Città del Vaticano, 22 settembre 2023 – “Sono felice di vedere tanti di voi che vanno in mare per salvare i migranti. Tante volte vi impediscono di andare perché alla nave manca qualcosa. Ma sono i gesti di odio verso i fratelli, travestiti di equilibrio. Vi ringrazio per quello che fate”. Sono parole di Papa Francesco, pronunciate al Memoriale dedicato ai marinai e ai migranti dispersi in mare a Marsiglia, a cui partecipano anche delle Ong. “Non possiamo più assistere ai drammi dei naufragi, dovuti a traffici odiosi e al fanatismo dell'indifferenza. – ha aggiunto –. Le persone che rischiano di annegare devono essere soccorse. E' un dovere di umanità e di civiltà”.
Frasi dal sapore politico perché arrivano in un momento in cui il tema dell’emergenza migratoria è al centro dell’agenda dei governi, oggetto di un braccio di ferro tra Stati europei, tra esecutivi e opposizioni, e nel caso italiano tra istituzioni e ong.
Mentre la Francia blinda il confine a Ventimiglia per impedire il passaggio dei profughi, e l’Italia rilancia i centri per i rimpatri, istituendo una ‘cauzione’ di 5mila euro per i richiedenti asilo che vogliano evitarli, mentre si torna a proporre ‘blocchi ‘navali’, il Papa parla di “bivio di civiltà”. “Davanti a noi si pone un bivio – dice Bergoglio – da una parte la fraternità, che feconda di bene la comunità umana; dall'altra l'indifferenza, che insanguina il Mediterraneo”. Il Pontefice sta citando il libro-testimonianza “Fratellino”, dove il protagonista, alla fine del travagliato viaggio che lo porta dalla Repubblica di Guinea all'Europa, afferma: “Quando ti siedi sopra il mare sei a un bivio. Da una parte la vita, dall'altra la morte. Lì non ci sono altre uscite”.
"Basta avere paura dei problemi che ci sottopone il Mediterraneo! – chiosa Francesco – Per l`Unione Europea e per tutti noi ne va della nostra sopravvivenza". Ma il monito del Pontefice è soprattutto contro l’assuefazione: “Non abituiamoci a considerare i naufragi come fatti di cronaca e i morti in mare come cifre: no, sono nomi e cognomi, sono volti e storie, sono vite spezzate e sogni infranti. Penso a tanti fratelli e sorelle annegati nella paura, insieme alle speranze che portavano nel cuore. Davanti a un simile dramma non servono parole, ma fatti”. E prima ancora “serve umanità: silenzio, pianto, compassione e preghiera”.