Lunedì 3 Febbraio 2025
NINA FABRIZIO
Cronaca

Papa Francesco, il nuovo caso: "In Vaticano c’è aria di frociaggine". E critica anche i tradizionalisti

Dalla Cei ai parroci, il Pontefice ha usato lo stesso termine per il quale si era dovuto poi scusare Ribadita la contrarietà ai gay in seminario: bravi ragazzi, ma meglio di no. "Fare attenzione alle ideologie"

Papa Francesco

Città del Vaticano, 11 giugno 2024 - Papa Francesco ci ricasca, o forse ci vuole ricascare: incontrando ieri a porte chiuse circa 200 sacerdoti romani, è tornato sulla questione della omosessualità nella Chiesa. "In Vaticano c’è aria di frociaggine, non è facile aiutare questa corrente", avrebbe detto. A differenza però dell’altra volta, quando le sue frasi sulla frociaggine erano fuoriuscite quasi come a realizzare una operazione per colpirlo e danneggiarlo, ieri sembra sia stato proprio l’entourage del Pontefice a voler far filtrare il pensiero di Bergoglio. Il Papa avrebbe quindi ribadito che se un ragazzo ha una tendenza omosessuale è meglio non farlo entrare in seminario: "Sono ragazzi buoni, ma con questa tendenza meglio di no".

Bergoglio, nel discernimento sulle vocazioni, ha chiesto anche di essere attenti alle "ideologie", e poi ha sferrato un attacco ai tradizionalisti, "non vanno bene", che probabilmente è la chiave attraverso cui interpretare tutta la vicenda scatenatasi dopo l’incontro di maggio con i vescovi italiani (anche quello a porte chiuse).

Oltre all’attacco ai tradizionalisti, Francesco è andato giù duro anche nel dire che il tema dell’omosessualità non riguarderebbe solo i seminari ma lo stesso Vaticano. Ed è curioso che questo suo riferimento alla ‘corte’ vaticana, dove effettivamente prestano servizio diversi sacerdoti che ostentano la propria tendenza, arrivi negli stessi giorni di un diversissimo e blindatissimo incontro del presidente dello Ior, Jean-Baptiste De Franssu, con alcuni investitori. De Franssu, oltre ad affermare che lo Ior non investe con chi presenta progetti finanziari in linea con agende “gender”, ha anche ricordato che la cinghia di trasmissione tra lo Ior e il Vaticano – cui vengono versati i profitti dell’istituto – passa ancora per monsignor Battista Ricca, sacerdote nominato dal Papa e proprio il chierico che Francesco intendeva difendere quando gli fu posta a bruciapelo la famosa domanda sui gay a bordo del suo primo viaggio papale. "Se una persona cerca il Signore – disse allora –, chi sono io per giudicare?".

Dieci anni dopo, Francesco sembra volersi smarcare proprio da quella dichiarazione che gli mise addosso un’etichetta non proprio corrispondente al suo pensiero. Accogliere "tutti" e quindi anche trans e persone non binarie, è quanto ha ribadito anche ieri, va bene, ma come fedeli che devono poter trovare il loro posto nella chiesa, non certo nei seminari dove il timore di Francesco è che "cadano" con più facilità degli eterosessuali e creino e fomentino delle vere lobby. Il Papa ha puntato il dito anche contro quei religiosi che tendono a fare affari. Alla riflessione di un sacerdote sulla povertà abitativa, il Papa ha detto che bisogna mettere dei limiti ai prezzi degli affitti. Poi ha anche aggiunto che molti religiosi stanno speculando con il Giubileo, malgrado il voto di povertà. Francesco avrebbe anche commentato il problema dell’astensionismo che ha toccato le ultime elezioni. Per il Papa la Chiesa deve lavorare ad una "pastorale sociale".