Città del Vaticano, 17 novembre 2024 – “A detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se s'inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali”. È quanto afferma Papa Francesco nel suo nuovo libro ‘La speranza non delude mai. Pellegrini verso un mondo migliore’, in uscita per il Giubileo 2025 e di cui il quotidiano La Stampa anticipa alcuni brani.
La replica da parte di Israele non si è fatta attendere. "Il 7 ottobre 2023 c'è stato un massacro genocida di cittadini israeliani e da allora Israele ha esercitato il proprio diritto di autodifesa contro i tentativi provenienti da sette diversi fronti di uccidere i suoi cittadini. Qualsiasi tentativo di chiamare questa autodifesa con qualsiasi altro nome significa isolare lo Stato ebraico", ha scritto su X l'Ambasciata Israeliana presso la Santa Sede.
Gli altri temi del libro
Il volume, a cura di Hernán Reyes Alcaide (Edizioni Piemme), sarà disponibile martedì 19 novembre in Italia, Spagna e America Latina, e poi a seguire in vari altri Paesi. Nel libro il pontefice parla anche di migranti: “Nessun Paese può essere lasciato solo e nessuno può pensare di affrontare la questione isolatamente attraverso leggi più restrittive e repressive, talvolta approvate sotto la pressione della paura o in cerca di vantaggi elettorali. Al contrario, così come vediamo che c'è una globalizzazione dell'indifferenza, dobbiamo rispondere con la globalizzazione della carità e della cooperazione, affinché le condizioni degli emigranti siano umanizzate”.
Tra i vari temi toccati nel libro, anche la situazione dei giovani: “Ho seguito da vicino le massicce mobilitazioni degli studenti in diverse città e conosco alcune azioni con cui si battono per un mondo più giusto e attento alla salvaguardia dell'ambiente. Agiscono con preoccupazione, entusiasmo e, soprattutto, con senso di responsabilità verso l'urgente cambio di rotta che ci viene imposto dalle problematiche derivate dall'attuale crisi etica e socio-ambientale”, scrive Francesco. Che aggiunge: “Il tempo sta per scadere, non ce ne resta molto per salvare il pianeta e i giovani vanno, escono e si fanno valere. Ci sono diversi esempi di come questo dialogo intergenerazionale può sfociare in un'alleanza applicata alla cura della casa comune. Penso – prosegue il Papa – ad alcuni progetti che si preoccupano di trasmettere il patrimonio di conoscenze e i valori della produzione alimentare locale che possedevano i nostri nonni, allo scopo di applicarli con l'aiuto dei mezzi di cui oggi disponiamo per fare passi avanti nella difesa e promozione della biodiversità alimentare. Li anima il desiderio di ritornare alla terra e di coltivarla, senza sfruttarla, con tecniche e metodi del tutto ecologici. In un mondo sempre più frenetico e ‘usa e getta’, queste iniziative aiutano le persone a non perdere il legame con il cibo e con le tradizioni locali a esso collegate”.
Nella messa a San Pietro in occasione della Giornata Mondiale dei Poveri, Papa Francesco si appella ai governi: “Lo dico alla Chiesa, lo dico ai Governi degli Stati e alle Organizzazioni internazionali, lo dico a ciascuno e a tutti: per favore, non dimentichiamoci dei poveri. “Carissimi - le parole del Santo Padre nell’omelia –, in questa Giornata Mondiale dei Poveri mi piace ricordare un monito del cardinale Martini. Egli disse che dobbiamo stare attenti a pensare che c'è prima la Chiesa, già solida in se stessa, e poi i poveri di cui scegliamo di occuparci. In realtà si diventa Chiesa di Gesù nella misura in cui serviamo i poveri, perché solo così la Chiesa diventa aperta a tutti, luogo della compassione di Dio per la vita di ogni uomo”.