Città del Vaticano, 23 marzo 2025 – Da giorni fremeva, accompagnato avanti e indietro nei corridoi del decimo piano del policlinico Agostino Gemelli per un po’ di fisioterapia motoria, pur rimanendo sempre sulla carrozzina. Ora per papa Francesco arrivano le dimissioni a sorpresa dal nosocomio romano dopo 6 settimane di degenza blindatissima e anche funestata da continue fake news sulle sue reali condizioni. I medici dell’équipe ospedaliera hanno dato l’ok, dopo aver sciolto già la prognosi mentre da due settimane il quadro clinico di Francesco risulta stazionario.

Le dimissioni di Papa Francesco
Oggi Bergoglio si affaccerà brevemente da uno dei balconcini del Gemelli per salutare e benedire la folla ma sarà un congedo veloce visto che è sostanzialmente guarito ma restano i problemi alla voce, fortemente danneggiata dalla polmonite bilaterale. Quindi ci sarà il trasbordo a Santa Marta, sua residenza in Vaticano, ad un orario ancora non fissato, dove dovrà trascorrere due mesi di convalescenza, evitando il più possibile visite e sforzi legati all’inevitabile lavoro che vorrà intraprendere. “Le infezioni più gravi sono risolte – ha esordito nel dare l’annuncio dell’uscita di Francesco, il professor Sergio Alfieri, a capo dell’équipe, per lui, “alcuni virus si sono ridotti mentre alcuni miceti sono rimasti e per eliminarli ci vorrà ancora del tempo, se ci chiedete se la polmonite c’è ancora, la risposta è no, ma per dire se sia guarito da tutte le specie microbiche ci vorrà del tempo”.
"Ha rischiato 2 volte la vita”
Il quadro ora è sotto controllo dopo che comunque Francesco ha avuto “due episodi molto critici nei quali è stato in pericolo di vita”. Si prosegue ora con le terapie farmacologiche per via orale da “casa”, in ambiente protetto e naturalmente con l’ossigeno che sarà progressivamente ridotto. Il Papa, ha anche sgombrato il campo da equivoci Alfieri, “non è mai stato intubato, non ha il diabete, scrive, si alimenta da solo, è visibilmente diminuito di peso anche se non è stato pesato, è rimasto sempre vigile”.
La convalescenza a Santa Marta
Per l’assistenza a Santa Marta, il pensionato vaticano dove di norma i cardinali risiedono per i conclavi e trasformato in sua abitazione da Francesco fin dal momento dell’elezione non volendo confinarsi nell’“imbuto” del Palazzo apostolico, non è stata allestita in maniera particolare. A vigilare sugli ingressi saranno come sempre gli Svizzeri, e naturalmente i due segretari del Papa che cercheranno di mettere un freno alla sua inevitabile voglia di incontrare persone, magari gruppi i cui appuntamenti erano stati annullati o rimandati.
Niente incontri con gruppi e sforzi
Resta un’incognita comunque che tipo di vita farà Francesco da questo momento in poi. Rimane la necessità di non stare all’aperto, non essere esposto alla contaminazione di virus e batteri, mentre allo stesso tempo incombe su di lui l’agenda del Giubileo e quella della cristianità, con i riti della Settimana Santa alle porte. Anche il re Carlo che sarà in Italia per una visita di stato scommette di incontrarlo l’8 aprile, magari in forma riservata in uno dei salottini della hall di Santa Marta. Ma si naviga a vista. Il portavoce Matteo Bruni non ha voluto sbilanciarsi su nessuno degli appuntamenti all’orizzonte, “si valuteranno passo passo i suoi miglioramenti”.
L’ospedale? Pericoloso
Di certo, l’unico ambiente che Francesco non deve più frequentare è proprio l’ospedale: “È un ricettacolo di virus, germi e batteri, tutti i pazienti a un certo punto devono tornare all’ambiente di casa”. Esulta in serata la Cei, con una dichiarazione del presidente, il cardinale Matteo Zuppi, che vuole quasi sigillare una giornata che chiude almeno per ora le speculazioni: “Durante questa degenza ci ha mostrato la benedizione che si nasconde dentro la fragilità”.