Martedì 12 Novembre 2024

Papa Francesco: "Ho già firmato le mie dimissioni. Lascio in caso di impedimento medico"

Il pontefice rivela la sua scelta in un'intervista al quotidiano spagnolo Abc. La rinuncia consegnata all'allora segretario di Stato Tarcisio Bertone

Papa Francesco (Ansa)

Papa Francesco (Ansa)

Roma, 18 dicembre 2022 - Dimissioni già pronte in caso di malattia o altro impedimento. Papa Francesco lo rivela in un'intervista al quotidiano spagnolo Abc. "Io ho già firmato la mia rinuncia. Era quando Tarcisio Bertone era segretario di Stato. Ho firmato la rinuncia e gli ho detto: 'In caso di impedimento medico o che so io, ecco la mia rinuncia. Ce l'hai'. Non so a chi l'abbia data Bertone, ma io l'ho data a lui quando era segretario di Stato", dice il pontefice che ieri ha festeggiato 86 anni. "Vuole che questo si sappia?", chiede il giornalista. "Per questo te lo sto dicendo", replica José Maria Bergoglio, spiegando appunto cosa succede se un Pontefice diviene improvvisamente invalido per problemi di salute o per incidente, e se uno standard non sarebbe conveniente per questi casi.

E alla successiva domanda sul fatto che anche Paolo VI lasciò per iscritto le sue dimissioni in caso di permanente impedimento, replica: "Esatto, e io penso anche Pio XII". "È la prima volta che lo dico", aggiunge Francesco a proposito della sua rinuncia già firmata. "Ecco perché lo dico. Ora qualcuno andrà a chiederla a Bertone: 'Dammi il pezzo di carta!' (ride). Probabilmente lo consegnò al cardinale Pietro Parolin, nuovo segretario di Stato. Io l'ho dato a Bertone in quanto segretario di Stato", aggiunge il Pontefice.

Una donna alla guida di un dicastero entro due anni

Le rivelazioni non si fermano qui perché Bergoglio anticipa anche che ci sarà un maggiore coinvolgimento delle donne nella Chiesa. L'intervistatore evidenzia infatti che finora ha nominato diverse donne per alte cariche della Curia, ma ancora nessuna come numero uno di un dicastero e Francesco replica: "È vero. Ma ci sarà. Ne ho in mente una per un dicastero che si renderà vacante tra due anni. Non c'è nessun ostacolo a che una donna guidi un dicastero dove un laico possa essere prefetto". Da cosa dipende? "Se si tratta di un dicastero di natura sacramentale, deve essere presieduto da un sacerdote o da un vescovo - spiega il Pontefice -. Anche se si discute se l'autorità provenga dalla missione, come sostiene il cardinale Ouellet, o dal sacramento, come sostiene la scuola di Rouco Varela. È una bella discussione tra cardinali, una questione che i teologi continuano a discutere".

Nessun negoziato sugli abusi sessuali

Sui casi di abusi sessuali "non è possibile alcun negoziato", sottolinea poi il Papa rispondendo a una domanda su quanto sia difficile incontrare le vittime (come iniziò a fare Benedetto XVI). "È molto doloroso, molto doloroso. Si tratta di persone che sono state distrutte da chi avrebbe dovuto aiutarle a maturare e a crescere. Questo è molto duro - dice -. Anche se si trattasse di un solo caso, è mostruoso che la persona che dovrebbe condurti a Dio ti distrugga lungo la strada. E su questo non è possibile alcun negoziato".

Riguardo ai casi di insabbiamento del passato quindi il Papa osserva: "È un progresso dell'umanità che si fa sempre più carico di questioni morali che non devono sussistere così. Diventa sempre piu' consapevole. E quello era il coraggio di Benedetto. Secondo le statistiche, tra il 42 e il 46% degli abusi avviene in famiglia o nel quartiere, e viene insabbiato. Abbiamo fatto la stessa cosa fino allo scoppio degli scandali a Boston intorno al 2002. Perché? La mia spiegazione è questa: non c'è abbastanza forza per affrontarli. Attenzione, capisco che non sappiano affrontarli, ma non li giustifico. Prima la Chiesa li ha coperti, poi ha avuto la grazia di allargare lo sguardo e dire 'no', fino alle ultime conseguenze".

Non va bene un prete che si occupa di politica

Per Francesco "non va bene" se i sacerdoti prendono parte all'agone politica. "Purtroppo, quando l'identità sacerdotale si distrae un poco, deriva verso la politica. Quando un prete si immischia nella politica, non va bene... Il prete è pastore. Deve aiutare le persone a fare buone scelte. Accompagnarli. Ma non fare il politico. Se vuoi far politica, lascia il sacerdozio e diventa un politico", spiega, sollecitato da Abc a dire se la Chiesa debba avere un ruolo nel processo di autonomia della Catalogna oppure astenersi. "La Chiesa deve essere incarnata. Se non è incarnata, non va bene, deve accompagnare il suo popolo. Ciò che la Chiesa non può fare è far propaganda per una parte o l'altra, ma sì accompagnare il popolo affinché possa trovare una soluzione definitiva", aggiunge il Pontefice.

Benedetto XVI è un santo

Nell'intervista Bergoglio torna poi a parlare del suo predecessore Benedetto XVI, che quasi dieci anni fa rinunciò al soglio potificio. "Lo visito spesso e vengo edificato dal suo sguardo trasparente. Vive in contemplazione... Ha un buon senso dell'umorismo, è lucido, molto vivo, parla piano ma segue la conversazione. Ammiro la sua lucidità. È un grande uomo", racconta. E su che cosa apprezza di più in Ratzinger, Bergoglio dice che "è un santo. È un uomo di alta vita spirituale". Ha intenzione di definire lo status giuridico di Papa emerito? "No. Non l'ho toccato affatto, né mi è venuta l'idea di farlo. Ho la sensazione che lo Spirito Santo non ha interesse a che mi occupi di queste cose", risponde il Pontefice. E dinanzi alla riflessione che per Benedetto, oggi 95enne, sarebbe stato molto difficile governare la Chiesa se non avesse presentato la rinuncia, Francesco si limita a rilevare: "I 'futuribili' sono sempre ingannevoli, quindi non entro in questi discorsi". 

Infine uno sguardo a chi verrà dopo di lui. Quale consiglio lascerebbe ai suoi successori? "Direi loro di non commettere gli errori che ho fatto io, punto e niente di più", conclude Bergoglio. Ci sono molti errori? "Sì, ci sono, sì".