Roma, 19 febbraio 2025 – La lettera di rinuncia al papato è già scritta. Dimissioni pronte, firmate e conservate nella cassaforte della Segreteria di Stato Vaticana. Non da oggi, che papa Francesco è alle prese con una complessa polmonite bilaterale, né da ieri, ma dal 2013. È stato lo stesso Bergoglio a confidarlo due anni fa, in un'intervista al quotidiano spagnolo Abc, al vaticanista Javier Martinez Brocal. Consegnò la missiva nelle mani dell'allora segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, perché potesse essere usata in caso d'impedimento fisico tale da costringere Francesco a farsi da parte.

Ma quella attuale è la situazione preconizzata, come lasciano intendere alcuni siti scandalistici, capaci di passare, in un battere di click, dalla pubblicazione della foto dell'arcobaleno ben augurante sul Policlinico Gemelli - scattata ieri ben prima dell'annuncio dell'infezione bilaterale ai polmoni -, dove da venerdì il Pontefice è ricoverato, alle voci incontrollate sul decesso notturno del successore di Pietro? La risposta non può che essere negativa. Siamo fuori contesto almeno per tre ordini di motivi.
Primo, per Bergoglio il pontificato è ad vitam, lo ha ripetuto più volte. Non siamo certo al livello del 'non si scende dalla croce', di wojtyliana memoria, ma poco ci manca. E questo nonostante ci siano schiere di fedeli in preghiera, perché la croce se la porti pure sulle spalle purché lontano dal Vaticano... Ancora, l'ipotesi della rinuncia secondo il Pontefice è percorribile solo nel caso in cui alle gambe malmesse facesse seguito anche un cervello al tappeto. Lo ha dichiarato più volte ai giornalisti. Non è il caso evidentemente, considerando che Francesco in questi giorni sta continuando a governare la Chiesa dal suo letto di ospedale. Inizialmente ha nominato la prima donna governatrice dello Stato del Vaticano, poi ha risolto un paio di provviste in Irlanda e Brasile, quindi ieri ha silurato un vescovo accusato di pedofilia. Insomma è lucido e tiene il punto. Terzo e ultimo motivo, la battaglia per la sua salute, in corso al decimo piano del Gemelli, è una lotta di vita o di morte. O Francesco esce con lo scudo oppure sullo scudo, come avrebbero sintetizzato le madri degli opliti spartani. E, se torna a Santa Marta, la mente sarà con lui, non altrimenti.
Dal punto di vista storico è vero che nel 2013 Benedetto XVI è stato il primo Papa della storia a rinunciare in modo totalmente libero al ministero petrino. Tuttavia è dai tempi di Paolo VI (1963-1978) che per prassi il Pontefice firma in anticipo le sue dimissioni. Si racconta che anche Pio XII lo avesse fatto durante la Seconda guerra mondiale in modo che, qualora l'avessero catturato i nazisti, avrebbero rapito il cardinale Eugenio Pacelli. E non papa Pio XII.