
Papa Francesco durante un'udienza generale lo scorso febbraio (Ansa)
Roma, 12 marzo 2025 – Il peggio sembra finalmente alle spalle, ma il meglio è tutto da scrivere. A quasi un mese dall’inizio del ricovero al Gemelli, il futuro di papa Francesco, 88 anni, resta lastricato d’incognite sia dal punto di vista della sua piena ripresa psicofisica, sia con riferimento al modo in cui potrà continuare ad esercitare il ministero petrino. Domani Bergoglio entrerà nel suo dodicesimo anno di pontificato che, come anticipa l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, "sarà più profetico e meno dinamico del passato".
Come sta Bergoglio?
L’umore è buono e, per una persona che non ha mai nascosto le sue fragilità psicologiche, è un’ottima base di (ri)partenza. La prognosi è stata sciolta, segno che la terapia antibiotica è riuscita a tenere sotto controllo la polmonite bilaterale polimicrobica. Ma "adesso si deve vedere che cosa ha lasciato alle spalle questa patologia – mette le mani avanti il professor Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive al San Martino di Genova –. Nel brevissimo audio di Bergoglio, diffuso qualche giorno fa, si sente una grave insufficienza respiratoria, pertanto si dovrà vedere quanto durerà questa dipendenza dall’ossigeno. Il pieno recupero, dato il pregresso di Francesco, mi risulta abbastanza difficile".
Quando sarà dimesso?
Al Gemelli non si sbilanciano, le conferenze stampa restano congelate. Tuttavia, fonti interne alla Santa Sede ipotizzano ancora almeno una settimana-dieci giorni di ricovero prima del rientro in Vaticano. Vanno scalati gli antibiotici ed è da consolidarsi la riduzione progressiva dell’ossigenoterapia ad alti flussi per scongiurare che il Pontefice ne divenga dipendente 24 ore su 24.
Che cosa servirà per la convalescenza?
Nelle ultime ore si è parlato di lavori in corso a Santa Marta per gestire il ritorno del Pontefice. Tanti rumors, nessun cantiere, per il momento. Anche perché, come spiegano gli specialisti, la strumentistica necessaria a sostenere il Papa fuori dal Gemelli è comunque ’a portata di mano’. "Sarà necessario continuare la fisioterapia respiratoria e utilizzare gli occhialini per l’ossigenoterapia – spiega il professor Venerino Poletti, primario di Pneumologia all’ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì –. Si può fare tutto da casa, anche la ventilazione meccanica non invasiva". I rischi maggiori saranno ancora dati dai broncospasmi e dagli ingorghi bronchiali "la cui gestione, pur se più complessa, è possibile a domicilio".
Come cambierà il pontificato?
Molto dipenderà dai tempi e dal come il Papa recupererà. Anche l’ipotesi rinuncia non può prescindere dalla valutazione di entrambi gli aspetti. Nel caso Francesco tiri dritto, dovrà ridurre, se non rinunciare del tutto, ai viaggi. Questo non dovrebbe pesargli troppo, visto che all’inizio del papato confidò di non amare particolarmente gli spostamenti. Ma resta il fatto che le trasferte hanno segnato il suo ministero: 47 viaggi all’estero per 67 Paesi visitati. Bergoglio, sulla falsariga di quanto sta accadendo in queste settimane, sarà poi costretto a delegare molto al decano del Collegio cardinalizio, il cardinale Giovanni Battista Re, in particolare per i riti del Triduo pasquale, e ai prefetti dei dicasteri di Curia in occasione degli eventi giubilari. Tutto legittimo e possibile dal punto di vista canonistico, fatto salvo per quelle competenze specifiche del solo munus petrino. Il pensiero corre allora alla proclamazione di un dogma di cui oggi non si scorge ombra all’orizzonte.