Città del Vaticano, 23 febbraio 2025 – Papa Francesco si aggrava. Il bollettino medico diramato dalla sala stampa vaticana intorno alle 19 è impietoso e provoca subito una certa apprensione che dal Policlinico rimbalza anche in Vaticano. “Noi non sappiamo nulla di più, solo quello che dicono i medici”, dice con apprensione il cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere di sua Santità, uno dei due porporati che non decadrebbero in caso di sede vacante.
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Nella mattinata di ieri, Francesco ha avuto una crisi respiratoria di una certa durata che ha costretto i medici ad intervenire con l’applicazione di “ossigeno ad alti flussi”. Decrittato significa che il Papa ha avuto bisogno di un ausilio importante per respirare come le cannule o il casco e potrebbe arrivare addirittura all’intubazione. Ma c’è di più. “Dagli esami del sangue – rivela laconico il bollettino delle 19 che ha fatto calare il gelo – è emersa anche una piastrinopenia”, cioè un abbassamento delle piastrine nel sangue, “associata a un’anemia” che ha portato l’équipe del Gemelli a somministrare al Pontefice delle trasfusioni di sangue.
“Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo – comunica il Vaticano – . Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri”. Anche la conclusione è altrettanto laconica: “Al momento la prognosi è riservata”.
Il bollettino vergato dai medici, e passato dalle mani della sala stampa, non dice di più, non fornisce ulteriori dettagli o spiegazioni e i medici del Papa risultano irraggiungibili. Il quadro clinico emerso però, è compatibile proprio con il rischio di sepsi di cui aveva parlato il professor Sergio Alfieri venerdì sera, nell’unico briefing in cui i medici hanno incontrato la stampa. Proprio le trasfusioni di sangue infatti, esplicitate nel comunicato vaticano, indicherebbero l’emersione l’inizio della sepsi, cioè il diffondersi dell’infezione dai polmoni al sangue. Anche l’insorgenza di una MOF, la sindrome caratterizzata da alterazioni della funzione metabolica di più organi, non è esclusa.
Insomma, la situazione è tale che per il fisico per quanto coriaceo del Papa 88enne in qualunque momento potrebbe vedere collassare i polmoni o il cuore. “Gli alti flussi servono per migliorare gli scambi – spiega al Quotidiano Nazionale il dottor Francesco Fabrizio, urologo all’Ospedale del Mare colpito da una severa polmonite durante il Covid – si ricorre a questi quando c’è una insufficienza respiratoria importante però nel caso del Pontefice non conosciamo gli indici di saturazione che darebbero un quadro più chiaro della situazione. Di norma, se con gli alti flussi con cannule o con il casco non si raggiungono indici di saturazione soddisfacenti, si procede con l’intubazione”.
Il bollettino di ieri sera ha lasciato molto di stucco dopo che il briefing al Gemelli con Alfieri e il medico curante del Papa Luigi Carbone di venerdì, aveva rasserenato un po’ gli animi. Si parlava di un Papa ricoverato ancora per una settimana, che rispondeva alle terapie, addirittura mangiava di buon appetito e naturalmente pregava in cappellina. Ora il quadro appare notevolmente precipitato. Oggi si celebrerà a San Pietro la messa per il giubileo dei Diaconi. A sostituire il Papa sarà monsignor Rino Fisichella, delegato per l’Anno santo. Un cambiamento di programma disposto soltanto una settimana fa, quando ancora si pensava che fosse solo una brutta bronchite e che anche questa volta il Papa l’avrebbe superata.