Mercoledì 5 Febbraio 2025
REDAZIONE CRONACA

Paolo Pillitteri, fedelissimo di Bettino Craxi e amante del cinema: chi era il sindaco della Milano da bere

Fu primo cittadino socialista tra il 1986 e l’1 gennaio del 1992: un periodo di grande vivacità culturale ma anche presago della bufera di Tangentopoli. La morte nel giorno del suo compleanno

Paolo Pillitteri con il garofano, simbolo del Psi durante l'era craxiana

Paolo Pillitteri con il garofano, simbolo del Psi durante l'era craxiana

Milano, 5 dicembre 2024 – Fu il sindaco della Milano da bere, ma anche il primo cittadino protagonista di un’era che sarebbe sfociata nell’uragano dell’inchiesta Mani Pulite. Luci e ombre. La città dice addio a Paolo Pillitteri, sindaco dalla fine del 1986 all’1 gennaio 1992, un mese e una manciata di giorni prima dell’arresto di Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio, evento considerato dalla cronaca e dalla storia come il primo atto di Tangentopoli. È morto oggi, giovedì 5 dicembre 2024, nel giorno del suo 84esimo compleanno. Ad annunciarlo il figlio Stefano, ex assessore comunale a Milano.

Chi era

Di origini siciliane, Pillitteri nasce nel 1940 a Sesto Calende, estremità meridionale del Lago Maggiore. Da giovane è giornalista e critico cinematografico – la passione per la decima musa non lo abbandonerà mai – successivamente è folgorato sulla via di Damasco della politica. 

Paolo Pillitteri con il suo predecessore a Palazzo Marino Carlo Tognoli
Paolo Pillitteri con il suo predecessore a Palazzo Marino Carlo Tognoli

Inizia a fine anni ‘60 la sua traiettoria nella galassia socialista-riformista. Prima nel Psi, poi nel Psu (Partito socialista unificato), segue un passaggio nel Psdi prima di tornare nel 1976 alla “casa” socialista, dove sta iniziando l’epopea di Bettino Craxi, segretario e futuro presidente del consiglio.

Il rapporto con Craxi

Di Craxi Pillitteri sarà un fedelissimo, rappresentandone il suo volto sul territorio, in quella Milano che, con la salita al soglio di Bettino, diventa la capitale del socialismo italiano e lancia la sfida a Roma come capitale politica e sociale d’Italia. Un rapporto anche personale, dato che ne sposerà la sorella Rosilde, del quale rimase vedovo nel 2017 (si risposerà nel 2022 con la giornalista Cinzia Gelati).

Bettino Craxi e Paolo Pillitteri
Bettino Craxi e Paolo Pillitteri

Sono anni molto vivaci dal punto di vista culturale – e anche della spesa pubblica – che donano una nuova centralità a Milano. È anche un periodo di esperimenti politici, in cui all’ombra del Duomo si verificano equilibri persino differenti rispetto agli scenari nazionali. Se la prima giunta Pillitteri, infatti, replica lo schema del pentapartito (Dc-Psi e i partiti laici minori) prediletto da Craxi, successivamente una seconda esperienza si fonda su una maggioranza che oggi chiameremmo rosso-verde, con il Psi a fare da baricentro in alleanza con Pci e Verdi.

A livello mediatico resta nella storia un asprissimo scontro, ripreso dalle telecamere delle reti di Silvio Berlusconi, fra Pillitteri e alcuni esponenti di un sindacato autonomo con alcuni iscritti fra i tranvieri di Atm, risalente al 1991. I lavoratori, impegnati in un durissimo confronto con l’azienda, bloccano i mezzi all’ingresso di un deposito. Pillitteri non esita a dare loro dei “fascisti”.

Mai si era sentito un esponente socialista – seppure il socialismo di rito craxiano-meneghino – bollare così lavoratori in sciopero (seppure, va detto, quel sindacalismo barricadaro fosse, allora come oggi, di tono ben diverso rispetto ai metodi di lotta dei sindacati confederali).

Silvio Berlusconi con l'ex sindaco Paolo Pillitteri
Berlusconi e Pillitteri foto del 19 febbraio 1990 fotogallery

Dopo Palazzo Marino

Al termine della sua esperienza da sindaco, Pillitteri viene rieletto deputato nel 1992 (lo era già stato nel 1983, anno dell’inizio del governo Craxi durato fino al 1987). È di quel periodo l’avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta Tangentopoli, che gli varrà una condanna in via definitiva a 2 anni e 6 mesi con l’accusa di ricettazione.

Verrà assolto, invece, nell’ambito del cosiddetto per la maxi-tangente Enimont, che vide sfilare sul banco degli imputati del Palazzo di giustizia di Milano quasi tutti i vertici dei partiti della Prima Repubblica.

Paolo Pillitteri con il suo attuale successore, Beppe Sala
Paolo Pillitteri con il suo attuale successore, Beppe Sala

Terminata l’esperienza politica tornerà ai vecchi amori, giornalismo e cinema, salendo anche in cattedra alla Iulm come docente di Storia del Cinema. Resterà comunque innamorato della politica e voce ascoltata da commentatori e cronisti sui temi più svariati, dalle prospettive riformiste della sinistra ai nodi della giustizia, passando per le questioni amministrative milanesi.