Milano, 12 gennaio 2025 – Torna a parlare Yehia Elgaml, padre di Ramy, e torna a gettare acqua sul fuoco delle manifestazioni che, in nome di suo figlio, hanno generato scontri – ieri – nei cortei organizzati a Roma e Bologna. “Quando ci sono persone che fanno manifestazioni per chiedere giustizia e verità per mio figlio, non devono fare casino né cose brutte. Per favore, fate manifestazioni con calma, nelle quali si cammina e basta, pacifiche".
Già questa mattina la famiglia del 19enne morto lo scorso 24 novembre al termine di un inseguimento, in scooter, con i carabinieri di Milano, aveva rilasciato un comunicato pacificatore. Un richiamo alla responsabilità e anche al rispetto della memoria del figlio.
L’appello della famiglia
"Noi, la famiglia Rami Al-Jamal, vorremmo esprimere in modo chiaro e fermo la nostra posizione riguardo agli eventi che hanno seguito la tragedia che ci ha colpito con la perdita del nostro caro figlio Rami. Perdere Rami è per noi un dolore grande, indescrivibile. Il nostro unico desiderio è che la giustizia sia fatta senza alcuno sfruttamento o manipolazione. Siamo profondamente rattristati e preoccupati nell'apprendere che il nome di Rami viene utilizzato come scusa per atti di violenza. Condanniamo fermamente tutte le forme di violenza e vandalismo avvenute durante le manifestazioni delle ultime ore. Crediamo che la memoria di Rami debba essere un simbolo di unità, non di divisione o distruzione. Invitiamo tutti coloro che desiderano onorare la sua memoria a farlo in modo pacifico e costruttivo, attraverso il dialogo e il rispetto reciproco. Dichiariamo inoltre il nostro totale rifiuto di qualsiasi uso politico del nome di nostro figlio. Rami era un giovane pieno di vita, amato dalla sua famiglia e dai suoi amici, e non vogliamo che la sua personalità venga sfruttata per fini che non hanno nulla a che vedere con la verità della nostra richiesta, che è ottenere giustizia. Confidiamo pienamente che la magistratura e le forze di sicurezza facciano la loro parte per raggiungere giustizia ed equità. Chiediamo a tutti di rispettare il nostro dolore e di unirsi a noi nella ricerca di un percorso che conduca alla vera giustizia, senza odio, senza violenza e senza divisioni”.
Le parole del papà
Un concetto ribadito anche oggi pomeriggio dal padre del ragazzo. Che ha espresso "fiducia" nella Repubblica italiana e nel presidente Sergio Mattarella: "Viviamo sotto il suo ombrello", ha detto, "non solo gli italiani, ma anche gli immigrati e gli stranieri". Ribadendo il suo amore per l'Italia, Yehia Elgaml ha poi ricordato che "c'è qualche carabiniere sbagliato, ma gli altri sono bravi. Io ho fiducia nei carabinieri bravi, non in quelli sbagliati". "Non fate casini contro la polizia - ha aggiunto -, perché la polizia difende la sicurezza in tutta Italia. Quando ci sono ragazzi che fanno manifestazioni per la giustizia di Ramy, fatele solo pacifiche. Non fate casino, non fate niente”.