Città del Vaticano, 5 gennaio 2022 - Lo choc per essere stato rimosso dall'incarico di capo della Prefettura della Casa Pontificia, ma anche le disposizioni di Papa Ratzinger per dopo la sua morte. Sono le nuove anticipazioni del libro 'Nient'altro che la verità' di monsignor Georg Gaenswein, che arrivano proprio nel giorno dei funerali del Papa emerito. Uno degli episodi narrati nel volume (scritto con il giornalista Saverio Gaeta e in uscita la prossima settimana) è proprio quello in cui il segretario particolare di Benedetto XVI racconta il momento in cui venne 'congedato' da Papa Francesco da capo della Prefettura della Casa Pontificia.
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"Lei rimane prefetto ma da domani non torni al lavoro - disse il Papa, secondo quanto riferisce Gaenswein -. D'ora in poi rimanga a casa. Accompagni Benedetto, che ha bisogni di lei, e faccia scudo". "Restai scioccato e senza parole", continua l'arcivescovo tedesco, ricordando che già prima era già stato estromesso da alcuni appuntamenti ufficiali e che Bergoglio aveva deciso che non avesse l'appartamento nel Palazzo Apostolico. "Mi ritrovai a essere un 'prefetto dimezzato'", aggiunge, parafrasando l'opera di Italo Calvino. Padre Georg rivela anche che Joseph Ratzinger scrisse al suo successore per intercedere, ma che nulla cambiò. "Penso che Papa Francesco non si fidi più di me e desideri che lei mi faccia da custode...", commentò allora ironicamente Benedetto XVI.
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Ratzinger e le disposizioni per dopo la morte
Il segretario particolare di Benedetto XVI rivela anche che la decisione di rinunciare al Pontificato venne presa molto prima del 2013, addirittura nel 2006. Come avevano già fatto i suoi predecessori Paolo VI e Giovanni Paolo II, aveva già sottoscritto "una lettera di rinuncia" "nel caso non fosse stato più nelle condizioni fisiche o mentali per fare il Papa". Padre Georg riferisce anche che gli "scritti privati di ogni tipo" del Papa emerito "devono essere distrutti". "Ho ricevuto da lui istruzioni precise con indicazioni di consegna che mi sento obbligato a rispettare - scrive Ganswein - sulla biblioteca, sui manoscritti dei libri", sulla "documentazione relativa al Concilio e alla corrispondenza". Per quelli privati la consegna è stata di distruggerli "senza eccezioni".
Quindi racconta un altro particolare: Ratzinger non parlò all'università La Sapienza di Roma per le polemiche di un gruppo di docenti nel 2007, preferendo mandare un testo scritto. "Il Papa serbò il dispiacere, più per la mancata accoglienza in quel centro culturale, cui, non dimentichiamolo, aveva dato vita il suo predecessore Bonifacio VIII", per "la chiusura intellettuale di studiosi che di fatto avevano cancellato con un tratto di penna la libertà accademica". Padre Georg dice poi di non avere dubbi "sulla santità" di Benedetto XVI ma dice che non farà "passi per accelerare il processo di canonizzazione".
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Francesco e la residenza a Santa Marta
Nel libro padre Georg si sofferma anche sulla scelta di Bergoglio di eleggere come sua residenza a Santa Marta. "Gli spazi personali degli ultimi Pontefici" sono stati "equivalenti a quelli di Francesco nell'appartamento di Santa Marta", spiega Gaenswein, aggiungendo di riferirlo "senza alcuna polemica" ma per spiegare che non era corretto, soprattutto i primi tempi, contrapporrre Papa Francesco e Papa Benedetto, per la diversa scelta dell'abitazione. L'arcivescovo tedesco parla anche della necessità di mantenere il palazzo apostolico: "Per evitare il deterioramento delle stanze e delle suppellettili deve comunque venire tuttora curato, dunque in gioco non c'è per nulla la questione del risparmio economico, quanto appunto quella della psicologia personale". Era stato lo stesso Francesco a dire, scherzando con un gruppo di Gesuiti, di non volere vivere nel Palazzo apostolico "per motivi psichiatrici".
Il caso Orlandi
Padre Georg infine smentisce qualsiasi suo coinvolgimento nel caso di Emanuela Orlandi. "Io non ho mai compilato alcunché sul caso Orlandi per cui questo fantomatico dossier non è mai stato reso noto unicamente perché non esiste", dice replicando così a tutte quelle indiscrezioni di stampa che gli attribuivano documenti sul caso.
Quale futuro per padre Georg?
Quale sarà il futuro di monsignor Gaenswein adesso che Benedetto XVI è morto? "Credo che il suo futuro dipenda innanzitutto da lui e poi naturalmente dalle persone che sono deputate a queste scelte nella Curia vaticana", risponde intanto il presidente della Conferenza episcopale tedesca, monsignor Georg Baetzing. "Voglio ringraziare mons. Gaenswein per tutto il lavoro fatto sia durante il Pontificato sia per il periodo di servizio durante i dieci anni di Papa emerito. Gli auguro tutto il bene del mondo", aggiunge.