Domenica 28 Luglio 2024

Il padre di Filippo Turetta si scusa dopo le intercettazioni: “Avevo paura si suicidasse, frasi senza senso”

In un’intervista al Corriere della Sera, Nicola Turetta ha chiesto perdono: “Non sapevamo come gestire quei momenti”. L’incontro seguiva di poche settimane il femminicidio di Giulia Cecchettin

Venezia, 28 luglio 2024 – A ventiquattrore dalla pubblicazione delle intercettazioni choc tra Filippo Turetta e suo padre Nicola, quest’ultimo ha deciso di prendere parola e scusarsi per quella conversazione che aveva lo scopo di rincuorare il figlio, da poco in prigione dopo la cattura in Germania. “Chiedo scusa per quello che ho detto a mio figlio: gli ho detto solo tante fesserie – ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera – Non ho mai pensato che i femminicidi fossero una cosa normale. Erano frasi senza senso”

Uno screenshot del filmato di uno degli incontri tra Filippo Turetta e i genitori. Nel cerchio, il padre Nicola (Michele Galvan/Ansa)
Uno screenshot del filmato di uno degli incontri tra Filippo Turetta e i genitori. Nel cerchio, il padre Nicola (Michele Galvan/Ansa)

“Avevo paura si suicidasse”

Sarebbe stata la paura a dettare a Nicola Turetta quelle frasi: “Temevo che Filippo si suicidasse. Quegli instanti per noi erano devastanti, non sapevamo come gestirli”. All’epoca, il personale del carcere di Verona non escludeva che il 22enne potesse commettere gesti estremi: “C'erano stati tre suicidi a Montorio in quei giorni. Ci avevano appena riferito che anche nostro figlio era a rischio”.

Le scuse: “Mi dispiace davvero tanto”

"Sto malissimo. Sono uscito di casa per non preoccupare ulteriormente mia moglie e l'altro mio figlio. Ora si trovano ad affrontare una gogna mediatica dopo quel colloquio pubblicato dai giornali – continua Nicola Turetta – Io ed Elisabetta avevamo appena trovato la forza di tornare al lavoro. Abbiamo un altro figlio a cui pensare, dobbiamo cercare di andare avanti in qualche modo, anche se è difficilissimo”. 

Nicola Turetta ha poi chiesto perdono: “Mi dispiace davvero tanto. Vi prego, non prendete in considerazione quelle stupide frasi; vi supplico, siate comprensivi. Certe cose non si dicono nemmeno per scherzo, lo so”.

Le intercettazioni

Nella discussione con il figlio, Nicola Turetta aveva cercato di rincuorarlo dicendogli: “Ci sono altri duecento femminicidi. Poi avrai i permessi per uscire, per andare al lavoro, la libertà condizionale. Non sei stato te, non ti devi dare colpe perché tu non potevi controllarti”. E poi: “Hai fatto qualcosa, però non sei un mafioso, non sei uno che ammazza le persone, hai avuto un momento di debolezza”.

La frase sulla laurea

Ha suscitato clamore anche il passaggio della conversazione in cui Nicola Turetta esortava il figlio a pensare alla laurea. Queste parole sarebbero state malinterpretate: “Gli ho detto 'ti devi laureare', non perché mi interessasse, o perché sperassi in un futuro fuori dal carcere per lui, ma solamente per tenerlo impegnato e non fargli pensare al suicidio. È logico che non se ne farà niente di quella laurea”. “Dovrà giustamente scontare la sua pena”, ha aggiunto. 

“Filippo ora si rende conto di quello che ha fatto”

Da quanto emerge dal racconto di Nicola Turetta, Filippo starebbe intraprendendo un percorso di consapevolezza di quanto ha fatto quell’11 novembre: “Ora si rende conto di quello che ha fatto. Siamo riusciti infatti ad affrontare l'argomento. Vuole scontare la sua pena. Non ha nessuna speranza o intenzione di sottrarsi alle sue responsabilità”.