Padova, 14 dicembre 2018 - A difendere il cielo stellato ci pensa la multa, forse la prima staccata in Italia per... inquinamento luminoso. La polizia locale di Padova ha sanzionato un concessionario d’auto della città veneta, che adesso dovrà pagare la bellezza di 1.716 euro perché i suoi cinque fari, posizionati in modo scorretto, ‘disturbavano’ le stelle. Così, per la prima volta in Veneto, viene sanzionato il principale nemico del cielo stellato: l’inquinamento luminoso.
A dare la notizia è stata l’associazione Veneto Stellato, che riunisce i gruppi astrofili della regione. "La sanzione è stata erogata per omessa messa a norma dell’impianto di illuminazione esterna – fa sapere il presidente dell’associazione, Leopoldo Dalla Gassa –. L’illuminazione delle nostre città spesso rende impossibile osservare le stelle. Finora abbiamo segnalato circa quattromila violazioni ma è la prima volta che si arriva a una sanzione". A fianco dell’associazione, è scesa in campo anche l’Agenzia regionale per l’ambiente. "Dopo aver ricevuto la segnalazione dell’Arpav – fanno sapere dalla polizia locale di Padova – abbiamo provveduto a comminare la multa, una volta fatte le opportune verifiche e inoltrato gli avvertimenti del caso". La legge per combattere l’inquinamento luminoso è stata introdotta dalla Regione Veneto nel 2009. Una norma che imponeva di indirizzare i fari verso il basso, non verso il cielo e le stelle, per l’Unesco Patrimonio mondiale dell’Umanità. In molti però non lo sanno. Per questo, a chi viola la norma vengono concessi 90 giorni per mettersi in regola. Ma la concessionaria di Padova ha deciso di ignorare l’avvertimento del maggio 2018. Così, il 27 novembre, la polizia locale ha recapitato al titolare una multa per violazione delle norme sull’inquinamento luminoso, causato da cinque proiettori installati in un unico palo di sostegno, che emettono ciascuno un fascio luminoso oltre i 90 gradi. Come previsto, la sanzione di 343,33 euro viene applicata per ogni singolo faro presente. In totale, 1.716 euro. "Il fatto è che il danno alla comunità non è solo scientifico, culturale o addirittura sanitario, con la troppa luce che in ore notturne può causare diversi disturbi. È anche una questione di risparmio energetico – conclude Dalla Gassa –. Dal 2009 al 2014, dopo l’entrata in vigore della norma regionale, si sono risparmiati in tutto il Veneto oltre tre milioni di euro in energia elettrica".