Giovedì 5 Settembre 2024
ANDREA GIANNI
Cronaca

Famiglia massacrata a Paderno, i nonni del 17enne arrestato: “Non lo abbandoneremo mai”

I familiari hanno contattato l’avvocato del ragazzo: dolore immenso, ma siamo pronti a incontrare Riccardo. Gli hanno fatto avere i libri di scuola, lui vuole continuare a studiare. Oggi l’interrogatorio di garanzia

Milano, 5 settembre 2024 – I nonni hanno chiesto di incontrare Riccardo C., il 17enne che ha ucciso i genitori e il fratellino di 12 anni a Paderno Dugnano, nel Milanese, formalizzando una richiesta di colloquio. E anche lui, subito dopo l’arresto, ha espresso il desiderio di parlare con loro. “Non lo abbandoneremo mai, gli staremo sempre vicino”, spiega il nonno materno, che ieri ha incontrato il difensore del ragazzo, l’avvocato Amedeo Rizza. Nonni e zii stanno facendo quadrato attorno a lui, ribadiscono di provare “pena e compassione”, oltre al “dolore enorme” per la famiglia sterminata con 68 coltellate. “Non riusciamo a darci una spiegazione”, ripetono.

Una foto della famiglia a Venezia, qualche anno fa, in un momento di spensieratezza
Una foto della famiglia a Venezia, qualche anno fa, in un momento di spensieratezza

Il primo incontro, quindi, potrebbe tenersi domani, sabato o all’inizio della settimana prossima, dopo l’interrogatorio in programma per oggi davanti al gip per i minorenni, che dovrà esprimersi sulla convalida dell’arresto e sulla misura cautelare. Il giovane, nel centro di prima accoglienza del carcere minorile Beccaria, trascorre il tempo leggendo libri, incontrando educatori e psicologi, l’altroieri si è confessato con il cappellano, don Claudio Burgio, scoppiando in lacrime.

I parenti gli hanno fatto avere i suoi effetti personali, e anche manuali scolastici. Avrebbe espresso il desiderio di poter continuare gli studi con un possibile inserimento, con modalità e tempi ancora da definire, nella scuola del carcere. Intanto il Tribunale di Monza ha nominato il suo tutore legale, l’avvocatessa Michela Malberti, che è anche presidente dell’Ordine degli avvocati della città lombarda. Il prossimo passo sarà l’interrogatorio da affrontare, oltre agli accertamenti per cercare di ricostruire le ragioni che lo hanno portato a compiere una strage, che passano anche attraverso le indagini coordinate dalla procuratrice per i minorenni Sabrina Ditaranto e dalla pm Elisa Salatino.

Ieri è stato portato via dalla villetta, per analizzarlo, un computer fisso, che verrà messo sotto la lente assieme agli altri dispositivi informatici già posti sotto sequestro. “Ora - ha spiegato l’avvocato Rizza - è dispiaciuto non per sé, perché sa che dovrà affrontare una situazione carceraria, ma per le vite che non ci sono più, perché adesso lo capisce”. Un ragazzo che, in questo momento, si aggrappa ai suoi nonni e agli zii.

Tornando con la memoria a un’altra strage familiare, il delitto di Novi Ligure, anche il padre di Erika De Nardo, Francesco, è sempre stato vicino alla figlia, seguendo passo dopo passo il suo percorso di recupero, al Beccaria e poi in comunità, fino a quando la figlia è tornata totalmente libera 11 anni dopo il massacro della madre e del fratellino. Si è sposata ed è riuscita a costruirsi una nuova vita. Altri nonni, in un’altra tragedia familiare, stanno seguendo come angeli custodi Nicolò Maja, l’unico sopravvissuto alla strage di Samarate, nel Varesotto. Il padre ha tentato di ucciderlo, dopo aver massacrato a colpi di martello la moglie, Stefania Pivetta, e la figlia minore, la 16enne Giulia. Nicolò, con accanto i nonni e gli zii, sta affrontando la sua battaglia per tornare “a una vita normale”.