ADRO (Brescia) Gli amici e i familiari fanno il tifo per lei. La rivogliono il prima possibile a casa, a Torbiato di Adro, tra le vigne della Franciacorta, e di nuovo in missione tra le viscere della terra per esplorare mondi sconosciuti, "perché perdere lei, così competente e preparata, sarebbe grave". Ottavia Piana, la 32enne speleologa bresciana rimasta bloccata per 75 ore nell’abisso Bueno Fonteno, nella Bergamasca, dopo essersi infortunata sabato 14 dicembre, adesso al futuro non vuole pensare. "Ora sto bene e sono fuori pericolo. Ho solo bisogno di recuperare e di riposo. Grazie a tutti", si è limitata a dire dal letto del Papa Giovanni di Bergamo dove è stata condotta in elicottero nel cuore della notte il 18 dicembre, tornata a riveder le stelle al culmine di un’operazione di recupero corale gigantesca.
Ottavia le prime parole le ha avute per i 159 tecnici del Soccorso alpino e speleologico arrivati da tutta Italia per salvarla. Ha pensato a loro, ma anche al personale sanitario che la sta curando, che ringrazia, e a cui ha affidato il suo messaggio. "Le sue condizioni generali sono buone, anche se le è stata riscontrata una leggera ipotermia – ha spiegato il direttore del 118 di Bergamo, Oliviero Valoti –. Questo evidentemente perché, nonostante tutte le precauzioni adottate, le temperature all’interno della grotta erano piuttosto rigide". Non più di otto gradi, e umidità prossima al 100%. Ovvero abiti costantemente bagnati addosso. Un incubo. Ottavia sabato scorso era impegnata con nove colleghi nel progetto Sebino, iniziativa di ricerca sostenuta dagli enti locali e dalle università per mappare nuove diramazioni e risorse idriche del di questo piccolo Carso. Era a quota -585 quando è sprofondata per sei metri per un cedimento di roccia, procurandosi fratture multiple. In ospedale è stata sottoposta a interventi chirurgici per stabilizzare le lesioni e posta in prognosi riservata. Ma appare "in buone condizioni, sveglia e lucida", hanno fatto sapere i medici. Il recupero della 32enne, che già nel luglio 2023 era stata protagonista suo malgrado di un altro infortunio – in quel caso il salvataggio fu ultimato in 48 ore, il doppio incidente ha scatenato un polverone di critiche tra ‘gli odiatori’ da social network – è stato un grande lavoro di squadra.
"Il nostro Soccorso alpino è tra i più efficaci a livello europeo e anche questo l’ha dimostrato", ha sottolineato Corrado Camerini, delegato lombardo del Cnsas. In ospedale intanto Ottavia è stata raggiunta dai genitori, dal fratello e dal fidanzato, che aveva potuto riabbracciare con lo sguardo, lei immobilizzata in barella, appena uscita dalla grotta, alle 3.10 dell’altra notte. A qualcuno, mentre risaliva le viscere dell’Abisso paralizzata, dolorante e dipendente dagli altri, aveva confidato che non avrebbe più fatto la speleologa. Ma chi la conosce spera non sia così. E non ci crede: "L’aveva detto anche l’altra volta, nel 2023. Ma poi aveva cambiato idea. Speriamo ci ripensi", ha detto Maurizio Finazzi, il presidente degli speleo del Cai di Lovere.