FONTENO (Bergamo)Quando Ottavia Piana è uscita dall’Abisso Bueno di Fonteno, sui monti della sponda bergamasca del lago d’Iseo, il primo abbraccio, anche se breve, è stato col fidanzato, appassionato di speleologia come lei. Si sono incontrati nella tenda riscaldata allestita fuori dell’ingresso della cavità carsica, la stessa che da sabato aveva tenuto prigioniera Ottavia, infortunatasi nel corso di un’attività di ricerca. È stato un momento di forte intensità emotiva. Poche parole sussurrate, al riparo dai curiosi e dalle telecamere. Ad attenderla anche i genitori, arrivati al campo base allestito nell’area del campo sportivo di Fonteno. Si erano sempre detti sicuri che la figlia sarebbe uscita perché "a soccorrerla c’erano dei grandi esperti". E così è stato. Ottavia non ha mancato di ringraziare i suoi angeli, tra i quali amici e colleghi del Progetto Sebino, con cui sta mappando la cavità tra lago d’Iseo e lago d’Endine.
Alle 3.03 di ieri, dopo circa 75 ore e quasi 4 notti in grotta, Ottavia è stata riportata all’aperto e la nottata si è conclusa col trasporto all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove la 32enne è ricoverata in Ortopedia e traumatologia. Per salvarla sono serviti quasi 170 volontari del Soccorso alpino e speleologico Nazionale: arrivati da varie zone d’Italia, dal Piemonte all’Umbria. C’erano medici e infermieri specializzati nel soccorso in condizioni estreme, tecnici che trasportavano la barella o si occupavano di illuminazione, attrezzature e comunicazioni telefoniche. Non è mancata la collaborazione di vigili del fuoco, carabinieri, polizia stradale che, come ha sottolineato il vice presidente nazionale del Soccorso alpino e speleologico, "ha garantito il trasporto delle cariche esplosive necessarie ad ampliare i tunnel dove sarebbe passata la barella". Tenace e mai passiva Ottavia Piana non si è mai arresa, nonostante le serie fratture riportate in più parti del corpo. "È andata bene – ha spiegato Corrado Camerini, medico responsabile del settore sanitario del Soccorso alpino e speleologico della IX delegazione Lombardia – era lei che spronava a fare i soccorritori a fare in fretta, a un certo punto ha detto: ’basta discutere e usciamo’". La donna, pur affaticata, secondo quanto fatto sapere dall’ospedale "è sveglia e orientata, con fratture multiple. Attualmente rimane ricoverata ed è sottoposta ad accertamenti". Ma non è in prognosi riservata, anche se per guarire nel corpo e nello spirito le servirà tempo. "È provata – ha sottolineato il responsabile di Areu Bergamo, Oliviero Valoti –, ma il fatto che sia ricoverata in un reparto normale ci conferma che il trauma riportato è gestibile senza terapia intensiva".
Ottavia è uscita prima del previsto anche grazie alla perizia con cui il Soccorso alpino ha lavorato, ampliando alcuni tratti di grotta che l’altra sera sono stati percorsi in poche ore e non in 12 come nel precedente intervento del luglio 2023 in cui Piana era già stata soccorsa sempre nell’Abisso Bueno.
La procura di Bergamo ha coordinato un’attività il cui successo è stata la sinergia perché "come c’è la legge del mare, c’è la legge della montagna e questo prevede che non si lasci indietro nessuno: siamo soddisfatti del grande lavoro, una prova corale, come in una grande orchestra", ha sottolineato l’assessore al Territorio di Fonteno, Alessandro Bigoni.