Mercoledì 18 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Chi paga il salvataggio di Ottavia Piana? Non i cittadini ma (quasi tutto) l’assicurazione privata degli speleologi

L’Associazione ha stipulato un accordo con la compagnia Axa che prevede diverse polizze a seconda della categoria di rischio

Ottavia Piana e le operazione di salvataggio

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Fonteno (Bergamo), 18 dicembre - E adesso chi paga per il salvataggio di Ottavia Piana ? La domanda non è elegante ma comunque lecita. Tranquilli – soprattutto chi ha scatenato “shitstormingcontro la giovane non pagano tutto  i cittadini attraverso Stato ma l’assicurazione. Poi ci sono costi per Stato e Regioni come in ogni intervento di salvataggio magari per recuperare un escursionista caduto in un dirupo.

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Ottavia Piana fuori dalla grotta di Bueno Fonteno alle 3 del mattino: “È salva, ci dava lei la carica”. Ora si trova in ospedale a Bergamo

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Assicurazione Axa

Dal 2020 la Società Speleologica Italiana ha infatti ratificato una polizza infortuni con Axa che copre gli speleologi durante l'attività esplorativa. Tutti gli estremi della convenzione sono sul sito della Ssi, la Società speleologica italiana, con differenti coperture assicurative: i Soci Aderenti e Ordinari usufruiscono delle polizze RCT e Infortuni Base, i Soci Sostenitori delle RCT e Infortuni Plus, mentre i soci Gruppo della sola RCT. Ovviamente il premio è diverso a seconda della categoria di rischio che lo speleologo deve affrontare.

Il presidente Ssi

I nostri soci hanno un’assicurazione che copre i costi di soccorso in caso di infortunio”. Chi paga per l’intervento di salvataggio di Ottavia Piana? “Non i cittadini” ha spiegato in un’intervista a La Stampa il presidente della Società Speleologica Italiana Sergio Orsini. “Abbiamo un accordo con Axa – ha spiegato –. Gli speleologi sono coperti sia per l’autosoccorso sia per l’utilizzo delle strutture del Corpo nazionale di soccorso alpino. In parole povere: sono assicurati da quando escono dalla macchina per andare verso la grotta fino a quando ripartono per tornare a casa”.

Il soccorso alpino

Alberto Gabetti, della direzione nazionale del soccorso alpino, stamattina all'incontro stampa al termine del salvataggio di Ottavia Piana, ha risposto ai giornalisti sulle polemiche legate ai costi dei soccorsi, iniziati sabato pomeriggio e conclusi la notte scorsa. "Numerose strutture dello Stato partecipano in questi casi - ha detto - ed è la normalità anche per casi che potrebbero essere evitati se magari i cittadini si comportassero in modo diverso: fa parte dei costi che lo Stato e le Regioni affrontano. Quando salvi una persona che conosci, anche per i soccorritori non è semplice: anche la parte emotiva è difficile da gestire".

Non è un’avventura

Ottavia Piana poi ha spiegato il sindaco di Adro Davide Moretti era “impegnata in un progetto scientifico importante. Un’operazione simile comporta dei rischi, ovvio. L’incidente è frutto di sfortuna, non di incompetenza”.

Progetto Sebino

Ottavia Piana infatti è impegnata nel Progetto Sebino- promosso da associazioni, enti e comuni - un’iniziativa che si propone di mappare e studiare l’Abisso Bueno Fonteno, un complesso sistema di grotte situato tra il Lago d’Iseo e il Lago di Endine. Il Progetto è molto di più di un raggruppamento di associazioni speleologiche che hanno deciso di collaborare intorno ad un’area carsica, è un vero e proprio progetto di ricerca molto ambizioso che si prefigge, nel corso di un tempo sufficientemente esteso, di impostare e attivare uno studio il più possibile completo cercando di indagare tutti i più rilevanti aspetti scientifici che la disciplina speleologica contempla. L’area carsica del Sebino Occidentale si estende tra la Val Cavallina e la costa bergamasca del Lago di Iseo. Un territorio di circa 90 chilometri quadrati, che si sviluppa all’interno dei comuni di: Fonteno, Parzanica, Vigolo, Tavernola, Riva di Solto, Solto Collina, Predore, Viadanica, Adrara San Rocco, Adrara San Martino, Grone, San Fermo, Monasterolo, Casazza, Endine Gaiano, Sarnico, Villongo, Foresto Sparso ed Entratico.