Giovedì 21 Novembre 2024
NINO FEMIANI
Cronaca

Ospedale di Foggia, medici in trincea. Tre aggressioni in pochi giorni: "Introdurre l’arresto in differita"

Ieri altri due episodi dopo la spedizione di 50 parenti e amici di una 23enne morta in sala operatoria. Il presidente dell’Ordine: applicare le regole degli stadi, nel Policlinico pugliese serve l’esercito.

Ospedale di Foggia, medici in trincea. Tre aggressioni in pochi giorni: "Introdurre l’arresto in differita"

Ieri altri due episodi dopo la spedizione di 50 parenti e amici di una 23enne morta in sala operatoria. Il presidente dell’Ordine: applicare le regole degli stadi, nel Policlinico pugliese serve l’esercito.

Le aggressioni al personale medico nei pronto soccorso italiani si stanno trasformando in una vera e propria emergenza nazionale. A Foggia, la situazione appare particolarmente critica, con il capoluogo dauno ridotto a epicentro di violenti attacchi contro medici e infermieri. Nella notte scorsa, al Policlinico Riuniti di Foggia, tre infermieri sono stati brutalmente aggrediti con calci e pugni da un giovane paziente in preda a uno stato di ansia. Il ragazzo, che non ha ancora compiuto 19 anni, è stato arrestato dai carabinieri, intervenuti su richiesta del personale. Le accuse a suo carico comprendono lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale. Ieri pomeriggio, inoltre, il figlio di un paziente che era in attesa al pronto soccorso si è scagliato contro due infermieri e un vigilante. L’aggressore aveva un braccio ingessato col quale ha colpito il personale sanitario. Mentre era in attesa dell’assegnazione del codice che definisce il tipo di emergenza, il paziente ha avuto un mancamento e subito dopo è scattatta l’aggressione da parte del figlio.

Violenze che seguono di pochi giorni un altro inquietante episodio di aggressione avvenuto nello stesso ospedale. Nella notte tra il 4 e il 5 settembre, cinquanta familiari di una donna di 23 anni, deceduta durante un intervento chirurgico, hanno preso d’assalto il reparto di chirurgia toracica. La vicenda ha trasformato alcune stanze dell’ospedale in un "campo di battaglia", con medici e infermieri aggrediti e costretti a barricarsi in una stanza, come mostrato in un video divenuto virale. La ragazza, ricoverata al Riuniti dal 19 giugno in seguito a un grave incidente stradale a Cerignola mentre era su un monopattino, era stata trasferita d’urgenza in elisoccorso e sottoposta a cure intensive per quasi tre mesi. Nonostante diversi tentativi medici, tra cui una tracheotomia e altre procedure salvavita, l’ultimo intervento si è rivelato fatale. L’annuncio della sua morte ha scatenato una furiosa reazione da parte dei familiari, convinti che il decesso fosse il risultato di una negligenza medica o di una gestione inadeguata del caso. Su Facebook, la sorella della vittima ha giustificato la "spedizione punitiva" contro il personale ospedaliero con parole che evocano scenari drammatici: "Alla notizia della morte, la mia famiglia ha fatto la guerra come Gomorra". La Procura di Foggia ha aperto due inchieste distinte: una per verificare l’eventuale presenza di errori o incuria medica durante il ricovero, e l’altra per indagare sull’aggressione violenta al personale sanitario.

Queste brutalità hanno spinto il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, a lanciare un appello. "Se la polizia non riesce a garantire un presidio sicuro, credo che l’esercito possa rappresentare una soluzione temporanea per assicurare un ambiente di lavoro sicuro e un ottimo supporto agli agenti", dichiara. E propone l’introduzione dell’arresto in flagranza differita, come negli stradi. Anelli ha scritto anche alla premier Giorgia Meloni chiedendo di "usare i soldi del Pnrr per la sicurezza: abbiamo bisogno di un piano complessivo che contenga diverse misure da attuare subito altrimenti ce ne andiamo tutti. Siamo stanchi, i colleghi sono disillusi e demotivati". 

La situazione ha mobilitato i sindacati dei medici ospedalieri, che hanno organizzato una manifestazione unitaria a Foggia il prossimo 16 settembre per chiedere protezioni più efficaci. Intanto, fa discutere il disegno di legge presentato dal senatore di FdI, Ignazio Zullo, ribattezzato daspo sanitario, che prevede tre anni senza cure gratuite a chi aggredisce il personale sanitario. "La tutela della salute è garantita – sottolinea il senatore – le prestazioni che non saranno erogate sono quelle programmate".