Venerdì 20 Dicembre 2024
DAVID ALLEGRANTI
Cronaca

Orsina: “L’erede di Berlusconi è la Meloni”

Giovanni Orsina, autore del saggio “Berlusconismo nella storia d’Italia” analizza l’impatto, positivo e negativo, del Cavaliere sulla vita degli italiani

Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni

L’erede di Silvio Berlusconi è Giorgia Meloni. Un’eredità che non è stata trasmessa, ma rubata”, dice a QN Giovanni Orsina, autore di un fondamentale saggio sul “Berlusconismo nella storia d’Italia” (Marsilio). Ma procediamo con ordine.

Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni
Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni

Si può dare un giudizio storico su Silvio Berlusconi, personaggio larger than life?

“Berlusconi è stato una personalità straordinaria, un pezzo fondamentale della vita italiana, e non soltanto italiana, degli ultimi 50 anni. Celebrare la sua parabola imprenditoriale e politica senza vederne gli aspetti deteriori sarebbe storicamente sbagliato, ma ridurre quella parabola alla P2, agli scandali e al conflitto d’interessi sarebbe – francamente – da cretini. Berlusconi è stato personaggio di una statura storica straordinaria: nessuno in Italia, negli ultimi cinquant’anni, ha contato di più”.

Oltretutto, l’impatto di Berlusconi non è stato solo politico.

“Nel berlusconismo c’è la tv, il calcio, la trasformazione della società e dell’immaginario collettivo, un diverso modo di pensare l’edilizia, la politica. Chi altro ha toccato la vita degli italiani su una tastiera così ampia? Ovviamente l’ha toccata anche in negativo: ci vorranno decenni perché gli studiosi arrivino a dare un giudizio storico equilibrato. Un personaggio così – larger than life, appunto – è inevitabilmente un asso pigliatutto. Berlusconi è stato un costruttore di istituzioni, certo, ma le istituzioni sono sempre state subordinate alla sua leadership carismatica. Istituzionalizzare il carisma è un’operazione sempre complessa: talvolta riesce, ma più spesso fallisce. Questo ha reso difficile immaginare il dopo Berlusconi. Non per caso, l’erede politica di Berlusconi è Meloni, ossia una leader che quell’eredità non ha aspettato le venisse trasmessa, ma se l’è andata a prendere. L’ha rubata, per così dire”.

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E Matteo Renzi?

“Ci ha provato, partendo da sinistra piuttosto che da destra. Ma il tentativo renziano di prendersi almeno un pezzo dell’eredità berlusconiana è fallito. Queste operazioni hanno bisogno anche di una certa fortuna. Renzi ha sbagliato una serie di mosse, e forse non erano nemmeno maturi i tempi. Meloni invece è arrivata al momento giusto e il contesto storico le ha dato la possibilità di compiere l’operazione”

Forza Italia sopravviverà alla morte del fondatore?

“Se hai fra le mani un oggetto e a quest’oggetto viene meno l’essenza, come fai a prevederne il futuro? Forza Italia adesso deve reinventarsi. Magari deciderà che la sua nuova essenza è quella di rappresentare la propaggine del Ppe in Italia, e magari quest’identità le consentirà di vivere anche dopo Berlusconi. Ma, di nuovo, è difficile fare previsioni”.

Che cos’è il berlusconismo?

“Il berlusconismo è una grande celebrazione della vitalità italiana. È legato a una stagione precisa, quella degli anni 80 e 90 del secolo scorso. All’inizio del ventunesimo secolo l’idea che l’Italia sia un paese vitale entra in crisi e anche il berlusconismo soffre e subisce una involuzione”.

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Sulla giustizia aveva ragione?

“Aveva ragione da vendere. Dopo Tangentopoli, c’è stato uno squilibrio profondo tra la politica e la magistratura che doveva essere corretto e che non lo è stato. Ovviamente, il fatto che Berlusconi fosse anche parte in causa ne ha fatalmente indebolito le ragioni”.

Berlusconi ha insegnato qualcosa anche ai suoi avversari?

“I suoi avversari avrebbero dovuto imparare da lui. In politica e in particolare in questa fase storica ti devi mettere in sintonia con gli elettori. Deve trasmettere loro la sensazione che per te abbiano valore, che li stimi. La sinistra italiana invece è sempre stata pedagogica e moralistica, e anche su questo ha perduto il rapporto con larghe fasce dell’elettorato. C’è naturalmente un risvolto negativo nell’eccesso di sintonia, perché devi dare mostra del tuo affetto verso gli elettori anche quando quelli assumono atteggiamenti ben poco commendevoli. Nella stagione nella quale la politica ha perso credibilità, nella democrazia del narcisismo insomma, quella in cui non si deve dire all’elettore come deve essere ma rappresentarlo per com’è, Berlusconi è stato perfetto. Anche in senso negativo. Ma se pensi male dei tuoi elettori, quelli se ne accorgono e non ti votano. Berlusconi, che era un uomo ricchissimo, di straordinario successo, è stato capace di provare simpatia, in senso etimologico, per le persone comuni. È forse questa una delle ragioni di una parabola politica durata 30 anni e ancora oggi in grado di raccogliere l’8 per cento dei voti”.