Trento, 30 luglio 2024 - Ma su quali basi la Provincia di Trento ha deciso di abbattere l’orsa KJ1 e ha potuto farlo? Lo abbiamo chiesto a Piero Genovesi, responsabile fauna selvatica dell’Ispra, un’esperienza di 40 anni sulla materia.
"I 3 documenti alla base della decisione”
La premessa: sono 3 i testi base che spiegano la decisione della Provincia di Trento. La legge regionale 2018, il Pacobace – il piano che definisce la gestione dell’orso bruno sulle Alpi – e la direttiva Habitat.
A questo link della Provincia di Trento l’ultimo rapporto sui grandi carnivori
Che cosa prevedono le leggi
“Il quadro normativo e quello tecnico prevedono la possibilità per la Provincia di Trento anche di decidere l’abbattimento, quando si verificano alcune condizioni. La scelta tra uccisione o cattività è politica. Il ruolo dell’Ispra invece è scientifico, il nostro istituto deve verificare il rispetto delle condizioni di base che si riferiscono ai comportamenti degli orsi. In questo caso era stato verificato un livello elevato di pericolosità”.
Il decreto di abbattimento in Pdf
KJ1 e le 7 interazioni con l’uomo
Il decreto di abbattimento elenca i sette episodi – “interazioni con l’uomo” – attribuiti all’orsa KJ1. Rimarca Genovesi : “Ha inseguito persone, non era una femmina particolarmente confidente ma aveva mostrato in alcune occasioni un certo livello di pericolosità che nel corso del tempo era
diventato “alto rischio”. L’attacco più pericoloso è stato quello del 16 luglio, categoria 15 su 18 nella scala del Pacobace. Un attacco in presenza di cuccioli. Non dimentichiamo che l’orsa JJ4 aveva fatto la stessa cosa e tre anni dopo ha ucciso Andrea Papi. Sono situazioni che vanno gestite efficacemente, il nostro ruolo è quello di evidenziare il pericolo”.
Quanti sono oggi gli orsi problematici in Trentino?
"Parliamo di 1 o 2 esemplari potenzialmente a rischio, che andranno monitorati. Casi che seguiamo con la massima attenzione”.
Che cosa è più corretto fare con i 3 cuccioli di KJ1?
"Nel nostro parere abbiamo sottolineato che è bene cercare di tenerli in natura, a questa età sono già in grado di sopravvivere. Ma è altrettanto importante monitorarli con attenzione. Raccomandazione che abbiamo messo per iscritto alla Provincia”.