Trento, 8 maggio 2023 – “La famiglia Papi ha sempre affermato che nulla ridarà loro Andrea ma che non intende accettare ulteriori provocazioni. La Procura ha disposto un incidente probatorio i cui esiti non sono ancora noti, se non per alcuni aspetti già evidenziati con un comunicato stampa dal procuratore della Repubblica e che vanno nella direzione opposta rispetto alle sensazioni dei consulenti di parte della Leal”.
Le parole della famiglia di Andrea Papi
E’ quanto riportato in una nota diffusa in serata dagli avvocati della famiglia
Papi, Maura Cravotto e Marcello Paiar. Una presa di posizione giunta alcune ore dopo il comunicato della Leal. La Lega antivivisezione nel pomeriggio aveva reso pubblico un comunicato che scagiona, con tanto di perizia di veterinaria forense, JJ4. Ad aggredire e ferire mortalmente lo sfortunato appassionato di running Andrea Papi, non sarebbe stata l’orsa come, invece, era stato stabilito dagli accertamenti genetici, bensì un orso maschio.
“Chiediamo rispetto e comprensione”
“Carlo Papi, Franca Ghirardini, Laura Papi (sorella, ndr) e Alessia Gregori (fidanzata) chiedono rispetto e comprensione ma nonostante gli attestati di apparente solidarietà ricevono continue critiche e provocazioni inaccettabili - affermano i legali trentini -. Dopo aver sopportato ricostruzioni fantasiose e francamente incredibili ora devono sopportare un’ulteriore ipotesi ricostruttiva. La famiglia Papi intende prendere le distanze da ricostruzioni che allo stato, secondo gli atti ufficiali, non trovano oggettivi riscontri, confidando che la relazione peritale disposta dalla Procura, quando sarà depositata, possa mettere un punto alla dolorosa vicenda”.
La famiglia Papi scrive di aver letto con stupore quanto scritto dalla Leal. Nei giorni scorsi la famiglia Papi aveva presentato alcune denunce-querele nei confronti degli haters.
JJ4 e il responso del Tar
Il 25 maggio la sezione unica del Tar di Trento entrerà nel merito circa le sorti dell’orsa JJ4 che dal 18 aprile è rinchiusa presso il centro faunistico del Casteller a Trento Sud. I giudici dovranno decidere se ripristinare l’ordinanza e il decreto di abbattimento disposte dal governatore Maurizio Fugatti, per il momento da loro stessi sospese, o prevedere un trasferimento in un rifugio-santuario all’estero. Ad oggi si sono proposte alcune strutture, due in Germania, una in Giordania e anche una in Romania.
L’uccisione di Andrea Papi
Andrea Papi, 26 anni, è stato ucciso da un orso - poi identificato dagli esami genetici con JJ4 - nei boschi di Caldes il 5 aprile. “Era solo un ragazzo che andava a correre”, ha sempre dichiarato il papà Carlo di fronte alle tante ricostruzioni che parevano addebitare al runner di essersi spinto in qualche modo nella ’tana’ dell’orso, invadendo il suo habitat. Anche gli amici della vittima hanno sempre ripetuto: non siamo noi a cercare gli orsi, sono loro a scendere a valle.
Le fake news sulla morte di Andrea Papi
Ma in questo mese sono state tante le fake news prosperate sulla tragedia. Dalla morte per malore ai sospetti sull’abbigliamento del runner. C’è stato chi, scrutando l’ombra che si vede nell’ultimo video girato da Papi con il cellulare, ha persino messo in dubbio che fosse andato davvero a correre, ipotizzando un abbigliamento non adatto e non si sa bene quali scenari.
Scontro politico sugli orsi
Ma la gestione degli orsi in Trentino è anche al centro di uno scontro politico che influirà sulle elezioni del 22 ottobre per il rinnovo del consiglio provinciale. A poche ore dal post dell’attuale presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugatti, è giunto quello piccato del suo predecessore di centrosinistra, Ugo Rossi, ora consigliere provinciale di opposizione. “Credo che il numero di minacce che ho ricevuto in queste settimane e le manifestazioni sotto casa siano la risposta a chi mi accusa di non avere coraggio”, ha scritto Fugatti, facendo riferimento alle contestazioni ricevute nell’ultimo mese. Il presidente della Provincia è diventato bersaglio di accuse e attacchi per le ordinanze di abbattimento degli esemplari problematici, poi sospese dal Tar di Trento, e di denunce da parte delle associazioni animaliste.
Rossi non ha apprezzato il post di Fugatti e ha risposto con una nota: “Il coraggio gli è mancato soprattutto da aprile 2021 fino alla data del tragico evento” ovvero quando “il Tar di Trento scriveva nella sentenza cosa la Pat (Provincia Autonoma di Trento, ndr) avrebbe dovuto fare da lì in poi”. Rossi indica che il Tar aveva scritto di “rivalutare la pericolosità dell’orsa JJ4 e utilizzare la procedura ordinaria, cioè la legge 9/2018 che conferisce al presidente Pat il potere di disporre catture o abbattimenti previo parere non vincolante di Ispra, per fare le azioni conseguenti cioè le ordinanze”. Rossi, nel condannare e offrire la piena solidarietà per le minacce, ha ricordato quelle “che ricevetti anche io assieme alla mia famiglia, mentre allora Fugatti, invece, accompagnato da autorevoli esponenti di peso nazionale della Lega, chiedeva le mie dimissioni”.