Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Orsa Amarena uccisa, corsa per salvare i cuccioli: 100 uomini e droni per la ricerca

L’indagato è un 56enne della zona del parco, che ha sparato dopo aver trovato il plantigrado nel giardino di casa. Minacciato di morte sui social

L'orsa Amarena con i suoi cuccioli (Ansa)

L'orsa Amarena con i suoi cuccioli (Ansa)

L'Aquila, 1° settembre 2023 – E’ corsa contro il tempo in Abruzzo per salvare i cuccioli dell’orsa Amarena, uccisa nella notte da un uomo con un colpo di fucile. Per la ricerca dei due piccoli orfani sono stati mobilitati più di 100 uomini tra carabinieri e forestali, con l'ausilio di droni e altre strumentazioni. Sulla salvaguardia dei due esemplari si sta attivando una vera task force. 

Il responsabile della morte dell’orsa, simbolo del parco d’Abruzzo, è un 56enne della zona, come accertato dai carabinieri. Sui social all’uomo sono state rivolte minacce di morte e insulti, dopo che alcune piattaforme hanno pubblicato le sue generalità e l’attività lavorativa, tanto che si è resa necessaria la vigilanza armata fuori dalla sua villa. 

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L'esistenza di Amarena, un esemplare di orsa marsicana molto prolifera, nota per le sue frequentazioni dei centri abitati ai margini del Parco Nazionale d'Abruzzo, Molise e Lazio, è cessata la scorsa notte quando, un colpo di fucile, esploso a distanza ravvicinata, non le ha lasciato scampo. I carabinieri della Compagnia di Avezzano, insieme a quelli della specialità forestale del Gruppo dell'Aquila, sono intervenuti nell'immediatezza e ricostruiscono in breve l'accaduto riuscendo a individuare il presunto responsabile. Il sistema di sicurezza, in atto per la salvaguardia degli orsi marsicani, messo in campo dai carabinieri e dal personale del parco è scattato alla percezione del colpo di fucile da caccia legalmente detenuto da chi, sciaguratamente, ha utilizzato l'arma dopo aver notato la presenza del plantigrado all'interno del giardino di casa. 

Era la mamma di Carrito

Era figlio di Amarena anche Juan Carrito, il giovane orso marsicano investito lo scorso gennaio nei pressi della galleria di Roccaraso dall'auto guidata da una donna e che morì in seguito alle conseguenze dell'urto. Come la mamma, Carrito era molto conosciuto in zona per via delle sue 'avventure’ alla ricerca di cibo, anche nella stessa zona di Villalago dove era di stanza frequentemente Amarena. Probabilmente la familiarità con l'ambiente umano, forse derivato dalla madre, era stato causa nell'inverno del 2021 di uno stato di difficoltà per Carrito, che era stato prelevato dal Parco per essere reintrodotto successivamente in natura dopo un periodo di reinserimento in aree protette, sperando di riabituare l'orso ad un comportamento più naturale e meno limitrofo agli abitati.

Carrito fu rilasciato in natura nella primavera successiva ma continuò lo stesso le sue scorribande alimentari tra Pizzoferrato, Roccaraso e Castel di Sangro per poi finire tragicamente i suoi giorni investito su una statale. 

Pichetto: “Episodio grave”

"L'uccisione di una femmina di orso marsicano rappresenta un episodio grave, sui cui è doveroso fare quanto prima chiarezza", ha affermato il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto. "Sono in costante contatto con tutti i soggetti istituzionali che in queste ore lavorano per far luce sulla vicenda: è necessario adesso il massimo coordinamento tra Ministero, regioni, Ente Parco, Ispra, Cufa, sindaci e prefetti. Il nostro impegno è rivolto anche alla protezione dei cuccioli dell'orsa, facendo di tutto affinché possano restare in libertà. Invito infine a moltiplicare l'impegno nell'osservare comportamenti corretti per prevenire ogni possibile conflitto tra gli animali e le persone", aggiunge Pichetto.