Roma, 6 settembre 2023 – L'orsa Amarena è stata uccisa da un solo colpo di fucile calibro 12 che ha perforato i polmoni. La morte è avvenuta per emorragia. Sono questi i risultati dell'esame necrospocico eseguito presso il dipartimento di medicina veterinaria dell'Università degli studi di Teramo.
Gli accertamenti medico-legali hanno evidenziato anche che all'animale avevano già sparato più volte, ma con dei pallini piccoli da caccia. Gli spari di 'avvertimento', in sostanza di allontanamento, che nel passato avevano raggiunto l'orsa sono un fatto abbastanza comune nelle terre dei parchi: già l'orso Stefano che fu ucciso in Molise nel 2013 presentava le stesse ferite, ossia un connubio di avvertimenti e una fucilata successiva mortale.
L'esito autoptico cambia la narrazione dell'evento, perché ora è tutto nelle mani del perito balistico Paride Minervini, la cui relazione sarà decisiva per definire l'accaduto. Gli ambienti giudiziari fanno infatti capire che la ricostruzione della dinamica dello sparo è cruciale per definire le responsabilità dell'unico indagato, Andrea Leombruni, dalla tempistica alla scelta dell'arma e del proiettile, passando per la distanza, e la traiettoria, la chiusura del cancello di casa per 'bloccare' l'orsa. Il tutto al netto di una morte lenta, dovuta al colpo che è sì entrato nel polmone dal fianco vicino alla spalla, ma che ha compresso irrimediabilmente tutti gli organi interni provocando una inevitabile emorragia interna. Morte lenta che Amarena ha tentato di combattere alzandosi più volte da terra inutilmente.
Intanto il sindaco di Villalago (L'Aquila), Fernando Gatta, ha dichiarato che il Comune è pronto a costituirsi "parte civile appena sarà avviato il processo a carico del responsabile". "Per noi è un dovere, dal momento che l'orsa Amarena è stata adottata dalla comunità di Villalago che, negli anni, ha dato prova di accoglienza e integrazione", ha spiegato all'Ansa.