Roma, 15 gennaio 2025 – Lo scudo penale? Non ci sarà. Ma il governo si impegna a varare una misura – magari con decreto – per tutelare le forze dell’ordine nell’esercizio delle loro funzioni. Almeno così si ragiona dalle parti di Palazzo Chigi. Di certo la materia è così complessa che non andrà nel ddl Sicurezza. La misura sarebbe allo studio del ministero della Giustizia e introdurrebbe un meccanismo in base al quale non ci sia l’iscrizione automatica nel registro degli indagati di un agente o militare “quando è evidente che ha usato l’arma di ordinanza nell’esercizio delle sue funzioni”. Il caso-esempio è quello di Luciano Masini, il carabiniere che la sera di Capodanno è intervenuto uccidendo un uomo che aveva accoltellato quattro persone a Villa Verucchio, nel Riminese.
La strada maestra dell’esecutivo, comunque, è arrivare a una terza lettura il più veloce possibile del ddl Sicurezza per accogliere le osservazioni del Quirinale. Al netto delle diverse opinioni dentro la maggioranza, però. La Lega, per dire, insiste: “Prima va approvato il ddl Sicurezza, poi si fanno altri passi”. E va approvato “senza modifiche”, chiarisce senza mezzi termini il capogruppo del Carroccio alla Camera, Riccardo Molinari. Che la Lega voglia giocare la sua partita lo dimostra anche la presentazione di una proposta di legge, proprio ieri, sulle maggiori tutele per gli agenti in servizio: consentire l’accesso al gratuito patrocinio (un avvocato a spese dello Stato), così come per le vittime del lavoro.
Ma che cosa ne pensano gli italiani? A rispondere è l’ultimo Radar Swg. E il quadro che emerge è chiaro: gli italiani si sentono tutelati dalle forze dell’ordine, ma le vorrebbero più presenti sul territorio e, appunto, anche più libere di agire. La fiducia è alta: sette su dieci. In questo senso è ampio anche il consenso per le bodycam, lette non solo come uno strumento di tutela dei cittadini, ma anche degli stessi membri delle forze dall’ordine.
La vicinanza e la fiducia nei confronti degli agenti non è casuale, visto che, allo stesso modo, tra l’opinione pubblica è piuttosto diffusa la percezione di un aumento della criminalità soprattutto per quanto riguarda i crimini informatici (61%), i femminicidi (59%) e i crimini sessuali (53%). E per le ultime due categorie di reati, sono prevalentemente le donne ad aver notato un aumento di casi. Questa impressione generale incide anche sulla percezione di sicurezza personale: quasi un terzo degli italiani dichiara di sentirsi esposto a un elevato rischio di subire furti in abitazione, borseggi o frodi informatiche. Ma il dato più drammatico è quello relativo alle giovani donne, che in quattro casi su dieci si sentono appunto a forte rischio di subire un’aggressione di tipo sessuale. Un’annotazione a margine: camorra, mafia e ’ndrangheta sono ancora considerate più pericolose del terrorismo islamico.