Palermo, 11 febbraio 2025 – Nel corso di una maxi-operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo sono stati disposti i fermi e gli arresti di 181 persone, tra boss, "colonnelli”, uomini d'onore, ed estortori di diversi “mandamenti” del capoluogo siciliano e della provincia. L'inchiesta, condotta dai carabinieri e coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia e dalla procuratrice aggiunta Marzia Sabella, ha svelato l'organigramma delle principali famiglie, gli affari dei clan e l'ennesimo tentativo di Cosa nostra di ricostituire la Cupola provinciale e di reagire alla dura repressione che negli ultimi anni ha portato in cella migliaia di persone.
I principali mandamenti coinvolti nell'indagine sono quelli di Santa Maria di Gesù, Porta Nuova, San Lorenzo, Bagheria, Terrasini , Pagliarelli e Carini. I particolari dell'operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà, alle 10, al Comando provinciale dei carabinieri di Palermo, in piazza Verdi.
Ben 181 arresti
Oltre ai 181 arresti sono state notificate due misure di presentazione alla polizia giudiziaria. Nell'operazione sono complessivamente impegnati - con la copertura aerea di un elicottero del 9° Elinucleo di Palermo - 1.200 Carabinieri dei comandi provinciali della Sicilia, del Reparto Anticrimine del ROS di Palermo, con il supporto dei "baschi rossi” dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia, del 12° Reggimento Sicilia, del 14° Battaglione Calabria e altre componenti specializzate dell'Arma. Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsioni, consumate o tentate, aggravate dal metodo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, favoreggiamento personale, reati in materia di armi, contro il patrimonio, la persona, esercizio abusivo del gioco d'azzardo.
Folla di familiari davanti alla caserma
Una folla di familiari di alcuni degli arrestati nell'operazione antimafia di Palermo si è radunata davanti alla caserma 'Giacinto Carini' di piazza Verdi, sede del Comando provinciale dei carabinieri, dove sono stati condotti gli indagati. Il blitz è scattato nella notte con l'esecuzione di 183 provvedimenti restrittivi.
I boss coi criptocellulari comandavano da carcere
La nuova mafia utilizza anche cellulari criptati di ultima generazione per le proprie comunicazioni riservate. Addirittura alcuni boss avrebbero "comunicato" in questo modo dal carcere. E' quanto emerge dal blitz antimafia dei carabinieri coordinato dalla Procura di Palermo che ha portato, nella notte, all'arresto di 181 persone accusate a vario titolo di titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsioni, traffico illecito di sostanze stupefacenti, favoreggiamento personale, reati in materia di armi, contro il patrimonio, la persona, esercizio abusivo del gioco d'azzardo.
I militari del nucleo operativo del Reparto operativo hanno intercettato due indagati che per un guasto hanno fatto ricorso a un altro apparecchio criptato. Ma nel corso di questa operazione, tentando di memorizzare i contatti, di fatto hanno "svelato" agli investigatori i nomi degli interlocutori. Tra questi i boss e i vertici dei mandamenti di Tommaso Natale-San Lorenzo, di Santa Maria di Gesu' e di Porta Nuova tra cui Nunzio Serio, detenuto e reggente del mandamento mafioso di San Lorenzo-Tommaso Natale, Francesco Stagno, il calabrese Emanuele Cosentino, referente nel traffico di droga, Tommaso Lo Presti, boss del clan di Porta Nuova, Guglielmo Rubino, reggente di Santa Maria di Gesu', Cristian Cinà, della famiglia di Borgo e Giuseppe Auteri, a quel tempo latitante.