Latina, 19 giugno 2024 – Coinvolto in un incidente sul lavoro, all’interno di un’azienda agricola vicino Borgo Santa Maria (Latina), anziché essere soccorso, un operaio di nazionalità indiana di 31 anni è stato portato a bordo di un furgone e "scaricato" davanti alla propria abitazione, a diversi chilometri di distanza. Abbandonato senza un braccio, mutilato e ferito anche agli arti inferiori, incastrato in un macchinario che stende i teli protettivi sulle colture. Mentre il veniva soccorso e trasportato d’urgenza in eliambulanza presso un ospedale della capitale, i carabinieri sono intervenuti per ricostruire la vicenda e risalire alle responsabilità nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla Procura per omissione di soccorso e violazioni in materia di lavoro. Il ‘padrone’ si è presentato molte ore dopo in caserma, con due avvocati, negando tutto. "Un furgone bianco si è fermato davanti a quella casa dove il bracciante vive con la moglie. Il guidatore, che è anche il proprietario del terreno in cui si coltivano fragole, lo ha scaricato in strada come un sacco di stracci, un bidone di rifiuti e se n’è andato nonostante la moglie lo supplicasse di portarlo in ospedale". A parlare è Laura Hardeep Kaur, segretaria generale Flai Cgil Frosinone Latina, 37 anni, indiana di seconda generazione che annuncia per stamattina una iniziativa alla Casa del popolo di Borgo Hermada a Terracina con la presenza della segretaria nazionale dei lavoratori dell’agro industria, Silvia Guaraldi. "All’orrore dell’incidente si aggiunge il fatto che, invece di essere soccorso, l’agricoltore indiano è stato ‘smaltito’ in prossimità della sua abitazione. Il braccio amputato era in una scatola".
Hardeep come ha saputo della cosa?
"Mi ha chiamato un suo compagno, un altro lavoratore indiano che era con lui nel pulmino da nove posti che li portava dai campi di fragole a casa. Qui nella zona dell’Agro Pontino la comunità indiana è numerosissima, ventimila unità, spesso vientrattate come le bestie".
Un nuovo incidente sul lavoro, non è il primo .
"Negli ultimi tempi stanno aumentando. Ma qui non siamo, lo ripeto, solo di fronte a un grave incidente sul lavoro, cosa già di per sé allarmante, qui siamo davanti alla barbarie dello sfruttamento, che calpesta le vite delle persone, la dignità, la salute e ogni regola di civiltà. La provincia di Latina è una di quelle in cui c’è un’aggressione dei lavoratori con fenomeni di sfruttamento e caporalato che, nel caso di lavoratori extra Ue, indiani in particolare, si traduce in percorsi fatti di ricatti, con la compravendita dei visti e nullaosta". Questo lavoratore mutilato era in regola?
"Macché, lavorava in nero. Senza uno straccio di contratto, guadagnava 5 euro all’ora. Aspettava da due anni i documenti per mettersi a posto".
Come sta ora?
"Non bene, anzi in condizioni molto critiche".
Cosa avete intenzione di fare? "Domani (oggi, ndr) con la segretaria nazionale della Flai parleremo con il prefetto, poi metteremo in campo delle iniziative di mobilitazione, non se ne può più di questo stillicidio".
Lei è nata in Italia, da genitori indiani, ed è stata bracciante. Succedeva anche in passato?
"È cambiato veramente poco, anzi possiamo dire che la condizione dei lavoratori è peggiorata, ancora più raccapricciante. Bisognerebbe una gestione diversa del fenomeno migratorio perché i braccianti stranieri continuano a essere invisibili, in balia di feroci caporali, spesso italiani".