Mercoledì 12 Marzo 2025
NINO FEMIANI
Cronaca

Omofobia in famiglia. Sequestrano la figlia lesbica. Salvata dai carabinieri

Un caso di violenza omofoba che lascia senza fiato. Una coppia di genitori di Ercolano (Napoli), di 47 e 43...

Francesca Romana Ruberto, comandante della compagnia dei carabinieri di Torre del Greco

Francesca Romana Ruberto, comandante della compagnia dei carabinieri di Torre del Greco

Un caso di violenza omofoba che lascia senza fiato. Una coppia di genitori di Ercolano (Napoli), di 47 e 43 anni, è stata arrestata dai carabinieri con l’accusa di sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia nei confronti della figlia 19enne, “colpevole“ di aver intrecciato una relazione con una 20enne. Un amore contrastato con ferocia, che ha trasformato la vita di Sara (nome di fantasia) in un incubo. "I due genitori sono rimasti indifferenti anche alla minaccia di suicidio della figlia. Urlavano che avrebbero preferito passare “un guaio“ piuttosto che tollerare la sua relazione con una omosessuale". A parlare è il maggiore Francesca Romana Ruberto, comandante della compagnia dei carabinieri di Torre del Greco, che ha fermato i due genitori. "La famiglia di Sara è normale: tre figli, nessun problema con la giustizia, ma non vedeva di buon occhio il fatto che la figlia si fosse sentimentalmente legata a una ragazza".

La liaison tra le due giovani risale a un anno fa, ma è dalla scorsa estate, quando ne sono venuti a conoscenza, che i genitori hanno iniziato a fare la guerra a Sara. "Hanno chiuso in casa la figlia e le hanno tolto il telefonino per evitare che contattasse la fidanzata. Le consentivano di uscire solo in loro compagnia", racconta il maggiore. Sara "è provata, non voleva arrivare a denunciare i genitori per poter riacquistare la sua libertà, ma è stata costretta e adesso sta male". Lei ha raccontato tra le lacrime i mesi di violenze e vessazioni subite. "Mi hanno picchiato con una mazza. Volevo farla finita. Mia madre mi ha detto che sarebbe venuta a piangere al cimitero", ha confessato Sara ai carabinieri.

Tutto è precipitato sabato scorso a Sant’Antonio Abate, dove Sara e la fidanzata si erano rifugiate per sfuggire all’ira dei genitori. La coppia aveva più volte minacciato di voler incendiare la casa della compagna della figlia. Così, le ragazze avevano deciso di trasferirsi altrove nella speranza di poter vivere la loro relazione in serenità. Ma la fuga è durata poco. I genitori di Sara avevano installato un’app sul telefono della figlia, che consentiva loro di localizzarla ovunque si trovasse. L’hanno prelevata con violenza, afferrandola per i capelli e trascinandola di peso in auto. La giovane è stata riportata a Ercolano e segregata in camera. La fidanzata ventenne ha allora allertato i carabinieri che sono andati a casa della ragazza, attivando la bodycam non appena arrivati, e hanno registrato le urla e il pianto di una donna. Entrati, i carabinieri l’hanno trovata sul divano, tra le braccia della nonna materna, disperata per la segregazione. Sara ha deciso di lasciare casa.