Roma, 12 luglio 2023 - La condanna per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, accusati dell'omicidio di Willy Monteiro Duarte avvenuto nella notte del 6 settembre 2020 a Colleferro, dall'ergastolo scende a 24 anni di carcere. Lo hanno deciso i giudici della Corte d'Assiste d'Appello di Roma. Ai due fratelli sono state riconosciute le attenuanti generiche. Sono invece state confermate le altre condanne stabilite in primo grado: 21 anni a Mario Pincarelli e 23 anni a Francesco Belleggia.
In aula erano presenti da un un lato la madre e altri familiari di Willy e dall'altro i quattro imputati. Nella requisitoria dello scorso aprile, il sostituto procuratore generale di Roma Bruno Giangiacomo e il sostituto procuratore di Velletri Francesco Brando avevano chiesto ai giudici di confermare l'ergastolo comminato in primo grado ai fratelli Marco e Gabriele Bianchi e le altre due condanne, a Belleggia e Pincarelli.
“Più o meno me l'aspettavo – ha detto dopo la sentenza Lucia Monteiro Duarte, la madre di Willy –. Nessuna sentenza mi darà più mio figlio. Sento di avere avuto giustizia? Accetto la giustizia che è stata fatta. Il perdono è un'altra cosa. Non provo rabbia, non so se è una sentenza giusta o non giusta”.
"Sulla riduzione di pena con la concessione delle attenuanti generiche era una delle previsioni che mi ero permesso di fare – ha dichiarato Domenico Marzo, il levale della madre di Willy –, in quanto obiettivamente i fatti si sono svolti in una modalità tale da non consentire un distinguo così netto fra i due protagonisti Bianchi e gli altri due protagonisti Pincarelli e Belleggia ai quali già erano state concesse le attenuanti generiche, quindi una decisione che io ritengo processualmente ineccepibile. Desidero esprimere apprezzamento per una sentenza della corte d'appello che arriva a neanche tre anni dal fatto che dimostra che l'amministrazione della giustizia in questa vicenda ha funzionato perfettamente”.
“Non ci convince la qualificazione giuridica data ai fatti che secondo noi andava inquadrata nell'omicidio preterintenzionale, c'erano tutti gli elementi per ritenerlo configurabile - ha detto Ippolito Naso, uno degli avvocati di Gabriele Bianchi -. Ora dobbiamo attendere il deposito delle motivazioni per capire come spiegano questa decisione. Andremo in Cassazione”. “Crediamo che questa decisione sia sbagliata, riconoscendo l'omicidio volontario e non derubricando - ha detto invece l'altro legale di Gabriele Bianchi, Valerio Spigarelli -. Pensiamo ci siano anche molte altre questioni che la Cassazione saprà valutare. Per adesso quello che è successo è una degradazione della pena, ma non è quello che chiedevamo. Chiedevamo il coretto inquadramento dei fatti”.
Omicidio Willy: cosa successe la notte del 6 settembre 2020
Willy Monteiro Duarte, cuoco italo-capoverdiano di 21 anni, fu ucciso nella notte del 6 settembre 2020 in largo Santa Caterina a Colleferro nel corso di un violento pestaggio. Secondo quanto ricostruito nei processi di primo grado e di appello, Willy è stato preso a calci e pugni per aver tentato di bloccare una rissa che vedeva come protagonista un suo compagno di scuola. Le rapide indagini dei carabinieri portarono ali arresti dei quattro picchiatori, tutti residenti vicino a Colleferro, nel paese di Artena. Sono finiti in carcere i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. Per tutti e quattro l'accusa è quella di omicidio volontario, con l'aggravante della crudeltà e dei futili motivi.
In quella notte maledetta a Colleferro la zona di largo Santa Caterina era affollata di tanti ragazzi e ragazze, radunati nei pressi delle scale che portano ai locali notturni della zona. Willy si è trovato al centro di un pestaggio scattato per degli apprezzamenti nei confronti di alcune ragazze che lo stesso Willy non conosceva, come non conosceva chi lo ha ucciso. Willy conosceva solo un suo ex compagno di scuola, Federico, che era coinvolto nella lite e che aveva visto in difficoltà e per questo aveva deciso di intervenire in suo aiuto. Stando alle ricostruzioni processuali, i due fratelli Bianchi giunsero con un Suv nero nella zona della lite e una volta scesi dalla vettura iniziarono "a picchiare selvaggiamente qualsiasi persona che era presente lì sul posto". I due fratelli, esperti dell'arte marziale Mma, picchiarono per 50 secondi con colpi a ripetizione Willy. Il gip, nell'ordinanza in cui si contesta ai quattro arrestati il reato di omicidio volontario, ha dichiarato: "Gli elementi conducono naturalmente a ritenere che i quattro indagati, non solo avessero consapevolmente accettato il rischio di uccidere Willy, ma colpendolo ripetutamente, con una violenza del tutto sproporzionata alla volontà di arrecargli delle semplici lesioni, avessero previsto e voluto alternativamente la morte o il grave ferimento della vittima".