Cassina Valsassina (Lecco), 22 novembre 2024 – È stato il figlio. Ne sono convinti inquirenti e investigatori. Corrado Paroli, operaio di 48 anni, è in stato di fermo ed è formalmente e ufficialmente indagato per la morte della mamma Margherita Colombo, vedova di 73 anni di Cassina Valsassina, che lunedì mattina è stata trovata priva di vita in casa.
Lui era accanto a lei, esanime, in stato di incoscienza, ma ancora vivo. Corrado aveva preparato tutto: il bel vestito scuro e le scarpe con cui si presume volesse vestire la madre e una sorta di testamento sul proprio funerale. Poco prima di uccidere la madre e di tentare di togliersi la vita a sua volta, ha imbucato dei messaggi nella cassetta delle lettere della ex moglie, figlia del suo ex genero, il consigliere regionale della Lega Stefano Galli, morto all'età di 63 anni nel 2021, che lo aveva coinvolto nello scandalo della rimborsopoli lombarda.
È stata la ex a lanciare l'allarme ai carabinieri. Al momento Corrado resta ricoverato in ospedale, ma si è svegliato, è cosciente e ha ammesso qualcosa. Probabilmente verrà interrogato a breve. Si presume che abbia ucciso mamma Margherita imbottendola di farmaci, barbiturici verosimilmente, che poi avrebbe ingerito pure lui. I carabinieri del Nucleo investigativo di Lecco, coordinati dal sostituto procuratore di turno, hanno subito ipotizzato che si possa trattare di un caso di omicidio–tentato suicidio, non solo per gli elementi acquisti, ma anche per quanto non trovato, come ad esempio segni di intrusione, scasso e violenza.
Il quadro in cui è maturato il delitto resta comunque tutto da verificare e disegnare: è stata la madre a chiedere al figlio di essere uccisa? E' stato il figlio a decidere di sopprimerla? In questo caso, perché? Quale sarebbe il movente? Tutte domande in attesa di risposta, anche in base al responso dell'autopsia svolta ieri, che potrebbe magari attenuare o aggravare la posizione di Corrado. “Al momento il reato contestato all'indagato è quello di omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela”, spiega Ezio Domenico Basso, procuratore capo della Procura della Repubblica di Lecco.