di Giulia Prosperetti
A quattro anni dall’introduzione dell’articolo 589-bis, l’omicidio stradale si prepara a un’ulteriore stretta. Se nel 2016 la battaglia dell’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi fu combattuta nel nome di Lorenzo e Gabriele, i due ragazzi fiorentini falciati da un pirata della strada, il nuovo disegno di legge del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede prende le mosse dalla tragedia dei due cuginetti siciliani di 11 e 12 anni, Alessio e Simone D’Alessio, travolti da un Suv l’11 luglio del 2019 mentre giocavano davanti all’uscio di casa, a Vittoria. L’uomo che li ha investitii, Rosario Greco, è stato condannato a nove anni di carcere. Non abbastanza per i genitori dei due bambini che, a un anno dall’accaduto, hanno scritto una lettera al Guardasigilli chiedendo pene più severe. Una richiesta accolta da Bonafede che ieri, a via Arenula, ha posto la questione sul tavolo del vertice di maggioranza.
Più aggravanti e nessuno sconto di pena. Questa, in estrema sintesi, la linea sostenuta dal ministro. Dopo che l’annunciata modifica del Codice della strada con multe fino a 2.500 euro per chi usa il cellulare alla guida è finita nel cassetto, nella bozza del ddl il ministro della Giustizia ha proposto di equiparare l’uso del cellulare alla guida in stato d’ebbrezza. "Con le proposte all’articolo 1 – si legge nel testo – si modifica il reato di cui all’articolo 589-bis (omicidio stradale), prevedendo ulteriori ipotesi aggravate tra le quali l’uso di telefoni cellulari o altri dispositivi (come apparecchi radiotelefonici o cuffie sonore ndr) e la violazione di più disposizioni del codice della strada". Tra le novità introdotte da Bonafede anche l’aumento della pena di "almeno di un terzo in caso di uccisione di più persone" e l’abrogazione del comma 7 sul concorso di colpa. In sostanza, nel caso in cui l’evento non sia esclusiva conseguenza dell’azione o dell’omissione del colpevole, non vi è più nessuna attenuante e quindi è abolita la diminuzione fino alla metà della pena.
Sul fronte dell’omissione di soccorso, per il conducente che "in caso di omicidio stradale e lesioni stradali aggravate ai sensi del secondo, terzo, quarto e quinto comma degli artt. 589-bis e 590-bis c.p., ometta di collaborare, dandosi alla fuga o non prestando la necessaria assistenza alle persone ferite o non mettendosi a disposizione della polizia giudiziaria", il ddl prevede l’arresto obbligatorio e l’aumento di pena passa da un terzo a due terzi. Se a non prestare assistenza è un conducente in stato di ebbrezza l’aumento è della metà. E se a causare un incidente mortale è un soggetto pericoloso con precedenti penali è previsto l’arresto in flagranza anche a fronte della collaborazione. Sul testo rimangono, tuttavia, le perplessità di Pd e Iv. Delusa l’Asaps, Associazione Sostenitori Amici della Polizia Stradale, esclusa dai tavoli di confronto.