Brindisi, 21 gennaio 2025 – Ha ripercorso in aula quanto accaduto quel maledetto 9 novembre 2022 a Francavilla Fontana, il 20enne Luigi Borracino, già condannato in primo grado dal tribunale dei Minori di Lecce per l'omicidio di Paolo Stasi. "Quel giorno dovevo andare a ritirare la sostanza, e scoprii che mancavano cocaina e marijuana. Tirai uno schiaffo a Paolo perché mi disse che si era stancato di questa situazione e che voleva chiamare i carabinieri". Lo racconta Borracino, all’epoca 17enne, nel corso dell'udienza che si è svolta oggi davanti alla Corte d'assise del tribunale di Brindisi nell'ambito del processo per l'omicidio di Stasi.
Borracino è imputato a Brindisi, con la madre di Stasi e altre quattro persone, per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, in concorso. Nell’udienza di oggi Borracino ha ricostruito i suoi rapporti con la vittima e con la madre di Stasi, con particolare riguardo per ciò che accadeva all'interno dell'appartamento della vittima, dove – ha raccontato Borracino – "avveniva sin dai primi mesi del Covid il confezionamento di dosi di droga tra cocaina, marijuana e hashish".
Borracino ha più volte
negato "di voler uccidere Stasi" , ma la sua intenzione era solo "spaventarlo". La famiglia della vittima, difesa dall'avvocato Domenico Attanasi, si è costituita parte civile.