Bergamo, 13 agosto 2024 – Il cancello della porta carraia si muove. E’ un indizio. Da li a poco, infatti, sbucherà la Scirocco bianca: alla guida Sergio Ruocco, 37 anni, compagno di Sharon Verzeni, a suo fianco il papà, Mario Ruocco. E’ già sera, mancano cinque minuti alle 21, quando padre e figlio lasciano la caserma del comando provinciale dei carabinieri, in via delle Valli. L’auto fugge via veloce, cerca di sottrarsi ai flash dei fotografi e alle telecamere. Erano arrivati nel pomeriggio, dopo le 15, quando il sole era ancora alto e l’afa opprimente. Se ne vanno che è sera, dopo quasi sei ore.
Sergio Ruocco si è presentato senza avvocato (al momento non c’è nessun indagato) ma solo come persona informata dei fatti. La presenza del papà perché evidentemente si volevano approfondire aspetti famigliari. Non c’è neppure il pm Marchisio che coordina le indagini titolare sull'omicidio della barista di 33 anni, avvenuto nella alle 00.50 tra il 29 e il 30 luglio in via Castegnate a Terno d’Isola.
Che il compagno venisse risentito era in programma. Perché così tante ore? Qualcosa si sta muovendo dopo due settimane? O più semplicemente perché gli investigatori avevano bisogno di approfondire diversi aspetti, a partire dalla sera dell’omicidio, quando Sharon prima di mezzanotte decide di uscire di casa, da via Merelli, per una camminata a piedi tra le vie del paese?
Il compagno, sentito subito dopo i fatti, aveva raccontato di essere andato a letto intorno alle 22 perché la mattina doveva alzarsi presto per il lavoro (fa l’idraulico). Dai primi rilievi degli investigatori non erano emersi elementi che contraddicessero questa sua versione dei fatti. La telecamera su via Merelli aveva ripreso Sharon ma non lui. Sul retro, la villetta ha una siepe: la notte del delitto, Ruocco venne svegliato e fatto spogliare per controllare se avesse ferite o escoriazioni, e non ne aveva. Partendo da qui è stato approfondita la vita privata della coppia, le loro frequentazioni, le amicizie, chi vedevano, alla ricerca di qualche dettaglio interessante ai fini dell’indagine. Anche perché fino ad ora non è emerso nulla di compromettente, nessuna ombra in questa coppia che aveva deciso di vivere assieme da tre anni, che aveva frequentato il corso prematrimoniale, che progettava di sposarsi.
Sharon barista al Vanilla di Brembate, casa e lavoro, persona tranquilla, taciturna, vita specchiata. Altro aspetto da chiarire la camminata notturna. Pare che Sharon non fosse così abitudinaria, nemmeno sull’ora e sul tracciato che pare non seguisse sempre lo stesso tracciato.
Mentre si attendono gli esiti degli esami dei Ris, alla ricerca di tracce di Dna del killer, prosegue il lavoro dei carabinieri del Nucleo investigativo, affiancati dal Ros su diversi fronti. Sharon Verzeni è stata uccisa con quattro coltellate, di cui tre alla schiena, il suo assassino potrebbe aver lasciato tracce sui vestiti della vittima. Inoltre, al Ris sono stati mandati anche dei tamponi con prelievi sul braccio sinistro della donna, che aveva segni di ecchimosi compatibili anche con una presa stretta. Intanto, in questi giorni si stanno convocando i residenti di via Castegnate nella speranza di trovare qualche dettaglio utile. E nel frattempo continua il lavoro di monitoraggio dei filmati delle telecamere.