Terno d’Isola (Bergamo), 23 agosto 2024 – Sale le scale di casa assieme ai militari del Nucleo investigativo di Bergamo. Anche lui Indossa la tuta bianca per evitare contaminazioni. Sergio Ruocco ieri è tornato nell’abitazione di via Merelli, a Terno d’Isola, dove viveva con Sharon. Ha accompagnato i carabinieri per un sopralluogo, il primo dopo l’omicidio. Ci sono ancora i sigilli del sequestro. Ruocco al momento non è indagato, sottolineano con una nota dal Comando provinciale di Bergamo, spiegando che le “motivazioni dell’accesso sono coperte da doveroso riserbo investigativo. La sua posizione non è cambiata”. Il sopralluogo dura poco, lo spazio di un quarto d’ora. I militari entrano in casa; uno di loro ha in mano una piccola videocamera. Cosa devono accertare? Quando escono non hanno nulla. Ma dall’abitazione sarebbero stati prelevati piccoli oggetti, effetti personali appartenenti a Sharon.
Ruocco e i carabinieri lasciano via Merelli per far rientro in caserma, in via delle Valli. Qui il compagno della barista era arrivato al mattino, intorno alle 9,40, alla guida della sua Scirocco bianca. Intercettato più tardi a Bottanuco, all’esterno della villetta dei genitori di Sharon, Ruocco mostra alle telecamere il foglio della convocazione: “Cosa mi hanno chiesto? Sapete già. Sapete voi prima di me quando devo andare in caserma: sapete già tutto. Non vi posso dire cosa hanno prelevato, sono cose riservate. Comunque non hanno preso i pc di Sharon: sapevano già cosa prendere. Sono sereno, come sempre, e sono a disposizione”. Le parole del compagno di Sharon – “sapevano cosa prendere” – sono certificate dalla rapidità del sopralluogo. Il blitz di ieri mattina arriva dopo tutta una serie di interrogatori: da quello di Ruocco con il papà, ai fratelli della vittima, dai genitori di Sharon, ai parenti (gli zii), per finire alle colleghe di lavoro, sentite ieri pomeriggio, una delle quali seguace di Scientology, il gruppo a cui anche Sharon si era avvicinata negli ultimi mesi. Testimonianze che proseguiranno anche nei prossimi giorni: saranno ascoltati i titolari del bar pasticceria Vanilla di Brembate e altri membri di Scientology.
È evidente la linea che stanno seguendo gli inquirenti: cercare qualche dettaglio, anche minimo, della vita privata di Sharon, fin qui descritta senza ombre. Un particolare che fino ad oggi non è emerso. Forse nelle pieghe più intime potrebbe nascondersi quell’elemento decisivo. Sharon non era abitudinaria, non usciva a camminare sempre alla stessa ora e mai tardi come la notte del delitto, come hanno spiegato i suoi genitori ai carabinieri. Come tra il 29 e il 30 luglio lo ha fatto? Perché è uscita da sola? In via Castegnate ha incrociato l’assassino che le ha inferto quattro coltellate: un’aggressione veloce, rapida.
Quanto all’arma del delitto, si cerca di un coltello con una lama appuntita. E proprio per questo motivo nei prossimi giorni non si esclude un sopralluogo da parte dei carabinieri con il metal detector nella zona attorno alla casa di via Merelli, ma non solo. Tutto questo in attesa dei risultati dei Ris di Parma sui vestiti che la vittima indossava quella sera. Senza dimenticare l’uomo in bicicletta, che a oggi non ha un nome né un volto, un testimone che passando proprio all’ora del delitto in via Castegnate potrebbe aver notato qualcosa o visto qualcuno che si allontanava. Per ora quel “ciclista contromano“ rimane una sagoma intercettata da una delle 60 telecamere che gli investigatori stanno passando al setaccio ormai da giorni.
Intanto ieri anche il padre di Sergio, Mario Ruocco, ha parlato del figlio: “È una roccia, non c’è bisogno che sia io a consolarlo: è uno che non cade a terra. Sharon gli manca, certo. Cos’è successo? Per me è qualcuno conosciuto al bar che è stato respinto”. Un solo appello: chi è stato, parli.
Giusi Previtali, zia materna e madrina della vittima, l’ha scritto nella lettera anonima affissa in via Castegnate, a pochi metri da luogo dove la 33enne ha trovato la morte: “Mia nipote non aveva nemici. Chi tace si rende complice del Caino che ha ucciso Sharon”.