“Non esiste il delitto senza movente o senza motivazione psicologica: il killer di Sharon Verzeni o era affetto da una grave patologia psichiatrica, o ha consumato sostanze che hanno portato a una alterazione della coscienza o bisogna andare a vedere cosa è successo prima dell'uccisione”.
Lo psicologo e criminologo Marco Strano, interpellato dall'Adnkronos, commenta le dichiarazioni di Moussa Sangare che, confessando l'omicidio di Sharon avrebbe detto agli inquirenti: ''L'ho uccisa tanto per farlo''. Una persona assolutamente normale, spiega, non può incontrare uno per strada e uccidere perché ha voglia di farlo: "Non c'è proprio nella storia della criminologia ma neanche della psichiatria - sottolinea - in genere parliamo di persone con un quadro psicopatologico evidente, soprattutto schizofrenici gravi o disturbi borderline della personalità: in quest'ultimo caso però si colpiscono in genere persone con cui si hanno rapporti".
All'infuori delle ipotesi patologiche e dell'uso di sostanze, spiega Strano, la motivazione dell'omicidio va ricercata nei momenti precedenti al delitto: "E' vero – sottolinea - che i due non si conoscevano, ma noi non sappiamo quanto accaduto prima, magari l'ha uccisa dopo che è successo qualcosa: non si spiegherebbero altrimenti gli omicidi per problemi di viabilità, di traffico, gente che si dà le coltellate perché qualcuno gli ha tagliato la strada".