Venerdì 30 Agosto 2024
GABRIELE MORONI E ANDREA GIANNI
Cronaca

Omicidio di Sharon Verzeni, l’assassino in bicicletta ha confessato: “Ho ucciso tanto per farlo”

Terno d’Isola, fermato nella notte dai carabinieri. Si chiama Moussa Sangare: è un disoccupato di 31 anni a non conosceva la vittima. Nei suoi confronti ci sarebbero gravi indizi di colpevolezza

A un mese esatto dal delitto, è arrivata la svolta. Questa notte è stato fermato dai carabinieri un italiano di 31 anni gravemente indiziato di essere il presunto assassino di Sharon Verzeni, la donna di 33 anni uccisa per strada a coltellate nella notte tra il 29 e il 30 luglio a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo. L’uomo si chiama Moussa Sangare, è nato a Milano da genitori del Mali – ha la cittadinanza italiana – e vive a Suisio, un comune poco distante dal teatro del delitto. Interrogato dai carabinieri, ha fornito una piena confessione raccontando di avere ucciso Sharon senza un apparente motivo. Quella notte era uscito con quattro coltelli “per colpire qualcuno”, ha detto, aggiungendo poi in lacrime che “sono dispiaciuto per quello che ho fatto”.

Secondo quando si apprende, è un disoccupato e non conosceva la vittima. Sarebbe inoltre una persone con problemi psichici già nota alle forze dell’ordine. Ha un procedimento pendente per maltrattamenti contro la madre e la sorella in un occasione avrebbe minacciato con una lama due ragazzini di 15 e 16 anni nella piazza di Terno d’Isola.

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Era l’uomo in bicicletta

Sangare era l’uomo in bicicletta che pochi minuti dopo l’omicidio era stato ripreso da una telecamera di sorveglianza mentre mentre si allontanava velocemente dal luogo del delitto, in via Castegnate. Secondo quando emerso dopo il fermo, dopo aver accoltellato Sharon, ha pedalato per circa un quarto d’ora fino a Suisio, il paese dove risiede, a circa 17 chilometri da Terno d’Isola. Dell’ipotesi dello “sconosciuto” si è era convinto anche il compagno della donna, Sergio Ruocco, che al Giorno aveva detto: “L’avevo detto fin dall’inizio”.

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C’era il pericolo che colpisse ancora

Sangare è stato individuato e rintracciato nella notte tra giovedì 29 e venerdì 30 dal personale dell’Arma dei Carabinieri, coordinato dalla Procura della Repubblica di Bergamo. Gli investigatori hanno spiegato che a carico del presunto autore dell’omicidio ci sono “gravi indizi di colpevolezza, elementi probatori del pericolo di reiterazione del reato, di occultamento delle prove, nonché del pericolo di fuga, che determinavano la decisione del Pubblico Ministero (Emanuele Marchisio, ndr) di disporre un decreto di fermo di indiziato di delitto”.

La reazione di Sergio Ruocco

Non sappiamo come il compagno di Sharon, Sergio Ruocco, abbia reagito alla notizia. A Bottanuco, dove nelle ultime settimane ha vissuto in casa dei genitori della donna, non c’è nessuno e nel cortile si vede solo il cane. Davanti all’abitazione è arrivata un’auto della polizia municipale. Nella villetta accanto è entrata la zia, Giusi Previtali, che ha detto solo: “Stiamo aspettando, sono stati giorni duri, intensi”.

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Ripreso dalle telecamere 

L’uomo in bicicletta era una delle pochissime persone riprese dalle telecamere la notte dell’omicidio che non si erano presentate spontaneamente dai carabinieri. Nelle scorse settimane, i carabinieri hanno lavorato sulla base delle testimonianze dei residenti di Terno d’Isola e dell’analisi delle telecamere allo scopo di identificare l’uomo: fondamentali per le indagini sono stati gli abiti del ciclista e il modello della bicicletta.

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Il sindaco: “Fondamentali le telecamere”

Che il presunto assassino non fosse originario di Terno d’Isola “non consola e non dà una risposta che in qualche modo tranquillizza la famiglia”, ha dichiarato il sindaco del paese, Gianluca Sala, ricordando che “alle spalle di tutto questo c'è un delitto, c’è una famiglia che piange una ragazza, c'è un compagno che non ha più una donna al suo fianco, con un progetto di vita”.

Però – è la considerazione – “è chiaro che se l’uomo in bicicletta dovesse davvero essere il colpevole, posso dire che per lo meno il sistema di videosorveglianza, nonché tutto ciò che abbiamo fatto per agevolare le indagini, in qualche modo è servito”. In Comune “siamo tranquilli di aver fatto il possibile, ci siamo mossi fin dai primi minuti del’accaduto con presenza sul territorio e anche al comando già dalla stessa notte per visionare le immagini”.