Provaglio d’Iseo, 4 gennaio 2025 – Provaglio d’Iseo, Iseo, Corte Franca e Marone, il paese di cui la famiglia Comelli è originaria, piangono Roberto Comelli. E molti sono coloro che stanno manifestando alle sorelle e al figlio dell’uomo ucciso le loro condoglianze e la loro vicinanza in un momento tanto difficile.
Il messaggio di amici e familiari
“Ricordiamo – rimarca un amico di Comelli – che Roberto è vittima di chi ha sferrato il fendente mortale. Non aveva fatto del male a nessuno. Perché difendersi con un coltello e non con un telefono, chiamando il 112? Cerchiamo di tenere alta l’attenzione su chi ha fatto male e su chi ha subìto il male”.
Nelle scorse ore anche il figlio della vittima – avuto da una relazione in seguito terminata – ha voluto dire la sua ai cronisti. Il ragazzo, che ha 18 anni, ha specificato che suo padre non era “la persona che è stata descritta sui giornali. Chi ha parlato non lo conosceva e non sa il perché di alcuni comportamenti. Lui diceva che non voleva mai stare in casa perché pensava troppo, si deprimeva a stare chiuso in casa. Quindi usciva e stava in giro anche da solo, andava a fare il suo giro per un cercare po' di compagnia, ma non faceva male a nessuno”.
Il ricordo di chi lo conosceva
In Franciacorta sono moltissimi coloro che ricordano l’uomo ucciso con una coltellata al petto. Lo descrivono come irruento, ma mai cattivo e sempre pronto a scambiare due parole. Era accaduto proprio il 31 dicembre, quando ha incontrato un amico barista di Clusane d’Iseo con il quale si è scambiato gli auguri. “L’ho visto al distributore di benzina e ci siamo fatti gli auguri – ha raccontato – Non posso credere abbia fatto questa fine”.
L’ultima sera in vita
Secondo quanto emerso dagli accertamenti degli investigatori pare che Roberto Comelli la sera della festa di Capodanno abbia trascorso la sera da solo, in giro per Timoline, la frazione dove risiedeva. Pare che a Provaglio d’Iseo si sia recato perché là si trovava il figlio e perché credeva fosse alla festa dove è accaduta la disgrazia. Forse voleva controllare che tutto andasse per il meglio.
Poi gli animi – per motivi ancora da chiarire – si sono surriscaldati, fino al tragico epilogo. Di certo Comelli non aveva armi in tasca o, comunque, nelle sue disponibilità.
L’indagato
Intanto a Prevalle molti sono coloro che sostengono che il 19enne che ha confessato di avere ucciso Comelli sia un “bravo ragazzo”. Lo pensa anche sua madre, al quale Matias Pascual ha scritto una lettera in spagnolo – la famiglia è emigrata in Italia dall’Argentina – lasciata in casa prima di consegnarsi in caserma. Era comunque già stato identificato.
La donna ha ribadito che “non è un killer” e che “si è consegnato alle forze dell’ordine e non è scappato”. Matias Pascual, nelle scorse ore, durante l'interrogatorio di convalida del fermo, ha rimarcato di essersi sentito “minacciato” da Comelli.
In paese a Prevalle gli amici stanno portando avanti una raccolta fondi per sostenere la famiglia nelle spese legali e nelle varie necessità. Nel bar dove lavorava è possibile lasciare un’offerta in una bottiglia messa sul bancone.
L’avvocato che difende Pascual, Mariavittoria Dalaidi, ha parlato con il suo assistito dopo l’interrogatorio di convalidi, nel quale il giovane ha confermato quanto detto in precedenza. “È molto provato”, ha voluto specificare in chiusura il legale.