Venerdì 22 Novembre 2024
RITA BARTOLOMEI
RITA BARTOLOMEI
Cronaca

Omicidio Pescara: perché il ragazzo è stato ucciso? Ecco cosa sappiamo

Thomas Christofer Luciani, 17 anni da compiere, è stato colpito con decine di coltellate. Qual è il movente ipotizzato dagli investigatori e cosa hanno fatto i presunti assassini dopo il delitto

Pescara, 24 giugno 2024 - Thomas Christofer Luciani non aveva ancora compiuto ancora 17 anni. È stato ucciso con decine di coltellate – forse 25 –  in un parco nel centro di Pescara da due coetanei, liceali: un 16enne, figlio di un maresciallo dei carabinieri, comandante in una stazione di provincia, e un altro minorenne, figlio di un avvocato. Sono in stato di fermo, in un centro di prima accoglienza. Ma come si è arrivati a un delitto che ha choccato la città? I due minorenni volevano uccidere? Questo resta da chiarire. Ecco cosa sappiamo fino a questo momento.

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Perché è stato ucciso Thomas

"Un diverbio connesso alla gestione di sostanze stupefacenti”. Questa è l'ipotesi degli investigatori, messa per iscritto nel comunicato stampa della questura di Pescara – le indagini sono condotte dalla Squadra mobile -, che arriva dopo ore di massimo riserbo per una vicenda che fin dalla prima mattinata era stata definita “delicatissima”. Il motivo si è poi chiarito con quei dettagli sui due fermati. L’omicidio sarebbe stato scatenato da un debito di 250 euro.

Cosa sappiamo dell’omicidio

Secondo la ricostruzione fatta finora, sulla scena di questo delitto che ha choccato la città ci sono all’inizio almeno otto persone. All’interno del gruppo anche i due minorenni fermati. Sono entrati nel parco Powell e hanno incontrato la vittima. Si sono quindi spostati in una zona non sorvegliata e lì hanno colpito Thomas ripetutamente.

L’arma del delitto

Il ragazzo potrebbe essere stato ucciso con un coltello da sub. Un dettaglio che sarebbe provato dalla prima ispezione cadaverica del medico legale ma che dovrà essere confermato dall'autopsia.

Hanno ucciso poi sono andati al mare

Thomas è stato abbandonato tra le sterpaglie del parco, il volto riverso a terra, come si abbandona un rifiuto. Poi i suoi assassini sono andati al mare. Lì potrebbero avere abbandonato l'arma il sommozzatori dei vigili del fuoco la stanno cercando.

Le indagini e gli interrogatori

È stata una mattinata di interrogatori, già da ieri sera una decina di persone sono state ascoltate dagli inquirenti. Nel corso dell’intera notte, in Questura sono state ascoltate persone potenzialmente informate sui fatti e testimoni. Utili anche le immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza presenti nella zona antistante il parco e nei pressi di uno stabilimento balneare dove tutti i componenti del gruppo sono andati dopo il delitto.

La riflessione sul disagio giovanile

"La drammatica vicenda - sottolinea la nota della Questura - fin dalle prime battute ha evidenziato un incredibile disagio giovanile, una sorprendente carenza di empatia emotiva ed una palese incapacità di comprendere l'estremo disvalore delle azioni commesse. Questi atteggiamenti meritano ampio approfondimento, al pari della necessaria ricostruzione delle dinamiche e responsabilità. A tal fine sono dirette le attività investigative in corso coordinate della procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni dell'Aquila”.

Le parole del sindaco

"Una tragedia che lascia sgomenti”, confida il sindaco di Pescara Carlo Masci. Soprattutto per il profilo degli indagati, “sarebbe più facile darsi spiegazione in un contesto difficile, ma così...”. E ringrazia gli investigatori, “che da domenica sera si sono impegnati per chiudere il cerchio”.