Sabato 27 Luglio 2024

Delitto Pasolini, archiviata l'inchiesta. La famiglia: "Serve commissione parlamentare"

Riconosciuta, con molta probabilità, la presenza di altri cinque soggetti oltre al Pelosi, ad oggi unico condannato per l'omicidio, sulla scena del crimine. Ma non è possibile associare un'identità ai cinque profili genetici rinvenuti

Pier Paolo Pasolini

Pier Paolo Pasolini

Roma, 25 maggio 2015 - Finisce in archivio l'ultima inchiesta sull'omicidio di Pier Paolo Pasolini, lo scrittore e regista ucciso all'Idroscalo di Ostia il 2 novembre 1975. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma, Maria Agrimi, ha chiuso il caso e accolto così facendo le richieste che la Procura della Capitale aveva formulato nel febbraio scorso.

"La vera novità rispetto al passato è quella di aver riconosciuto, con molta probabilità, la presenza di altri soggetti oltre al Pelosi sulla scena del crimine, grazie agli accertamenti scientifici svolti, che hanno identificato cinque profili genetici sconosciuti", ha affermato l'avvocato Stefano Maccioni difensore di Guido Mazzon, cugino di Pasolini ed unica persona offesa presente nel procedimento. Il problema è che, secondo la procura, non è stato possibile dare una identità a quei cinque profili genetici presenti sulla scena del crimine, oltre a Pino Pelosi, l'unico condannato per il delitto.

"Non nascondiamo tuttavia una evidente amarezza in relazione alle motivazioni addotte dal giudice a sostegno della propria ordinanza di archiviazione. Ancora una volta si è persa l'occasione per indagare sul vero movente di questo omicidio". Così afferma l'avvocato Maccioni che assiste il cugino di Pasolini.

Per l'omicidio dell'artista fu condannato in via definitiva a suo tempo il minorenne Giuseppe Pelosi, secondo la tesi di una azione omicidiaria avvenuta dopo un incontro tra lo stesso ragazzo di vita e Pasolini. A parere di Maccioni "ancora adesso manca ancora il movente per l'omicidio". Nell'atto di opposizione all'archiviazione "avevamo fornito nuove piste investigative soprattutto in relazione ad evidenti incongruenze investigative dell'epoca, a collegamenti con la malavita comune romana e su cosa stesse lavorando Pasolini prima di morire". Il legale ha quindi sottolineato: "Ci auguriamo che tutto ciò non cada nel vuoto, continuando a ritenere necessario far piena luce su questo delitto e per tale motivo chiediamo l'istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta".