Roma, 15 luglio 2022 - Tutti assolti i cinque imputati per l'omicidio di Serena Mollicone. È questa la sentenza della Corte d'Assise di Cassino in merito alla morte della diciottenne di Arce (Frosinone) avvenuta nel giugno del 2001. Franco Mottola, ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, sua moglie Annamaria e suo figlio Marco sono stati assolti "per non aver commesso il fatto". Assolto anche il luogotenente Vincenzo Quatrale, per il quale erano stati chiesti 15 anni per l'accusa di concorso in omicidio volontario e istigazione al suicidio del collega brigadiere Santino Tuzi, suo grande amico. Stessa decisione anche per l'appuntato scelto Francesco Suprano, per il quale erano stati chiesti 4 anni con l'accusa di favoreggiamento.
Le tappe della vicenda: 21 anni di misteri
Dopo la pronuncia della Corte, in aula, è scattato l'abbraccio tra gli imputati e gli avvocati, dal pubblico invece si solo levate urla ("vergogna", "bastardi") e insulti. Momenti di grande tensione anche fuori dal tribunale: la famiglia Mottola ha subito un tentativo di aggressione da decine di persone inferocite al grido di "assassini, assassini". Le forze dell'ordine, al passaggio dei tre in piazza Labriola hanno dovuto circondarli con un cordone di uomini e allontanare la folla. I carabinieri sono anche intervenuti per fermare il fratello del brigadiere Tuzi che stava per venire alle mani con uno degli avvocati del pool difensivo.
Il processo, che aveva preso il via il 19 marzo 2021, giunge così a termine dopo 16 mesi e oltre 50 udienze, non prive di colpi di scena. La prima udienza si era celebrata il 19 marzo, giorno della festa del papà, una data interpretata da molti come un omaggio a Guglielmo Mollicone, quel padre che ha passato la vita a lottare per la verità ma è morto prima dell'inizio del dibattimento.
Gioia e rabbia: le reazioni dopo la sentenza
"Oggi è uscita fuori la verità, lo abbiamo sempre detto che eravamo innocenti", hanno commentato a caldo Franco e Marco Mottola. "I Mottola non hanno vinto perché hanno subito 11 anni di fango, non ha vinto Serena perché la sua morte è rimasta senza un colpevole, non ha vinto la giustizia perché non è un Paese civile quello dove si fa un processo a 20 anni da un delitto", ha detto invece il loro avvocato Francesco Germani.
Delusione e rabbia invece da parte della famiglia Mollicone. "La giustizia non esiste - , ha detto lo zio di Serena, Antonio -. La verità è ben altra, non ci fermeremo di fronte a questa meschinità". "Questa Procura prende atto della decisione che la Corte di Assise nella sua libertà di determinazione ha scelto - ha detto invece l'ufficio giudiziario commentando l'assoluzione -. È stato offerto tutto il materiale probatorio che in questi anni tra tante difficoltà è stato raccolto. La Procura di Cassino non poteva fare di più".
Ci sono poi le dichiarazioni di Annamaria Mottola, che ha parlato per la prima volta da quando è iniziata la sua vicenda giudiziaria. "Mi dispiace per Serena, se potessi prenderei io stessa l'assassino", ha detto dopo aver specificato che lei, il marito e il figlio si sentono "Feriti dalle calunnie".
C'è invece rabbia e delusione nelle parole di Maria Tuzi, la figlia del brigadiere Santino, morto suicida sette anni dopo la morte di Serena Mollicone: "Serena si è uccisa? Mio padre si è suicidato, ok. Ma Serena? Mio padre è stato lasciato da solo, ora pure Serena. Guglielmo ha combattuto per Serena e per mio padre per niente. Quelle persone devono parlare se hanno coscienza".