Conferito oggi l'incarico per gli ultimi accertamenti genetici nelle indagini sull'omicidio di Manuel Mastrapasqua, il 31enne ucciso con una coltellata nella notte tra il 10 e l'11 ottobre a Rozzano, nel Milanese, da Daniele Rezza, 19 anni, reo confesso e in carcere per omicidio volontario pluriaggravato, anche dai futili motivi, e rapina di un paio di cuffie wireless, mentre la vittima stava rientrando a casa dopo un turno di lavoro in un supermercato.
Le analisi genetiche, che riguardano, tra le altre cose, quelle cuffie e i vestiti di Rezza e che hanno un termine di 60 giorni, sono l'ultimo passaggio dell'inchiesta e poi la Procura di Milano potrà chiedere, entro sei mesi dall'esecuzione della misura cautelare, il processo con rito immediato, saltando la fase dell'udienza preliminare, per il 19enne che rischia anche l'ergastolo. "
Quando ho visto il ragazzo volevo prendergli tutto nel senso soldi, cellulare, cose che potevo rivendere", aveva detto Rezza davanti al gip Domenico Santoro, dopo il fermo disposto dalla pm Letizia Mocciaro, nell'inchiesta dei carabinieri del Nucleo investigativo. Il padre, oltre ad aver gettato in un cassonetto le cuffie ("gli ho detto di buttarle", aveva spiegato Rezza), lo aveva accompagnato alla stazione di Pieve Emanuele, dove il 19enne aveva preso un treno fino a Pavia, per poi raggiungere in autobus Alessandria, dove in pratica si è costituito.
"Anche le cuffie le ho prese per rivenderle, ma non so quanto ci avrei fatto. Tutto quello che avrei avuto lo avrei venduto. Non mi sono accorto che il coltello fosse sporco di sangue. L'ho buttato perché mi è venuto d'istinto", aveva messo a verbale davanti al giudice.