Martedì 16 Luglio 2024

Omicidio Giulia, Turetta incontra il cappellano del carcere di Verona e poi il legale. Sorvegliato a vista

Si teme che il 22enne commetta atti suicidi. L'avvocato difensore gli farà visita, in vista dell’interrogatorio di garanzia di martedì. Solo dopo potrà vedere i genitori

Verona, 26 novembre 2023 – Filippo Turetta ha trascorso la prima notte nel carcere di Verona e domani è previsto un incontro col suo legale, l’avvocato Giovanni Caruso. Sarà un momento importante per delineare la strategia difensiva in vista dell’interrogatorio di garanzia di martedì davanti al gip di Venezia, Benedetta Vitolo. Accusato dell'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin, avvenuto l'11 novembre, Turetta è stato estradato ieri in Italia dalla Germania dove era terminata la sua fuga una settimana fa. Intanto spuntano particolari inquietanti: vicino al corpo della ragazza, oltre ad alcuni reperti, è stato trovato un libro illustrato per bambini. E’ giallo sul motivo per cui Filippo lo abbia portato lì insieme al cadavere dell’ex fidanzata. Probabilmente Giulia Cecchettin, che sognava, dopo la laurea in ingegneria biomedica, proprio di diventare un'illustratrice di libri per bimbi, lo aveva con sé.

Approfondisci:

Omicidio Giulia Cecchettin, Turetta incontra l’avvocato: “Non chiederò i domiciliari”

Omicidio Giulia Cecchettin, Turetta incontra l’avvocato: “Non chiederò i domiciliari”

Turetta "ha dormito, ha trascorso una notte tranquilla e stamattina ha fatto colazione" nel carcere Montorio di Verona, dove è recluso da ieri dopo la 'consegna' da parte delle autorità tedesche. È sorvegliato a vista, gli agenti della polizia penitenziaria si occupano giorno e notte di vigilare affinché non compia atti autolesionistici. Una precauzione determinata, viene spiegato, da due ragioni: dalla volontà di suicidarsi da lui manifestata prima della morte di Giulia Cecchettin e quando ha raccontato agli agenti tedeschi di avere pensato di farla finita ma di non averne avuto il coraggio e dal clamore mediatico dalla vicenda.

Nelle carceri l'allarme è massimo dopo il pestaggio nel carcere di Sanremo di Alberto Scagni, condannato per avere ucciso la sorella. I detenuti per reati come quello che avrebbe commesso a vista sono possibili bersagli di violenza da parte di altri reclusi.

LEGGI ANCHE / Omicidio Giulia, il killer e la notte in cella. Silenzioso e rassegnato, chiede di vedere i genitori. Domani l’interrogatorio 

L' avvocato di Filippo Turetta, Giovanni Caruso, al momento dell'arrivo al carcere di Montorio di Verona
L' avvocato di Filippo Turetta, Giovanni Caruso, al momento dell'arrivo al carcere di Montorio di Verona

Lunedì l’incontro col difensore e martedì l’interrogatorio di garanzia

Oggi l'avvocato Giovanni Caruso, che assiste Turetta, non gli ha fatto visita mentre un nuovo incontro dovrebbe avvenire domani. Sarà un momento importante per delineare la strategia difensiva in vista dell’interrogatorio di garanzia di martedì. Come detto ieri, il difensore, non ha ancora avuto modo di studiare le carte. La prima scelta da fare per Turetta sarà tra le opzioni di avvalersi della facoltà di non rispondere oppure rispondere alle domande della gip o, eventualmente, anche rendere dichiarazioni spontanee. 

Se decidesse di rispondere al giudice e fornire elementi utili per ricostruire, tra l'altro, il modo in cui si sarebbe scagliato contro Giulia, colpita almeno con una ventina di coltellate, la sera dell'11 novembre a Vigonovo, tra il parcheggio a meno di 200 metri da casa di lei e la zona industriale di Fossò, la mossa difensiva potrebbe alleggerire la sua posizione processuale. Tenendo conto anche del fatto che la difesa potrebbe puntare su una perizia psichiatrica per arrivare ad accertare eventuali vizi di mente. Più indizi, dai due coltelli portati con sé fino ai sacchi di plastica neri trovati sopra il corpo e in una busta là vicino, potrebbero portare, invece, il procuratore di Venezia Bruno Cherchi e il pm Andrea Petroni a contestare l'aggravante della premeditazione. E l'autopsia, che sarà effettuata il primo dicembre, sarà importante anche per l'eventuale aggravante della crudeltà, se emergesse che l'ex fidanzato avrebbe infierito su Giulia Cecchettin nell'ucciderla. Bisognerà capire, poi, se fu fatale quella spinta, mentre lei cercava di scappare a Fossò, che verso le 23.40 le fece sbattere la testa, come risulta dalle immagini, su un marciapiede.

La visita dei genitori

Turetta si trova in una cella assieme a un altro detenuto, anche lui in carcere per reati molto gravi e dello stesso genere. È stato descritto da chi ha avuto modo di vederlo in carcere, tra cui pure il suo difensore, come “provato, disorientato”, ma anche assente, rassegnato alla sua condizione, silenzioso. Ha espresso il desiderio di vedere, appena sarà possibile, i genitori ma non potrà farlo fino a dopo l'interrogatorio davanti al gip, fissato per martedì.

L’arrivo in carcere

Ieri Turetta è arrivato in Italia dopo l’estradizione dalla Germania e dopo il colloquio di sostegno con uno psichiatra e il primo incontro col suo legale, è stato collocato nel reparto infermeria dove dovrà rimanere per qualche giorno, sottoposto alle valutazioni psicologiche e psichiatriche prima di essere trasferito nella sezione ‘protetti’, quella per i detenuti per reati a “forte riprovazione sociale” che, a loro tutela, non devono avere contatti con persone in carcere per altre tipologie di reati. A chi si è occupato di lui, così come ieri quando è arrivato dopo l'estradizione dalla Germania, Turetta è apparso sempre dimesso, di poche parole.

La richiesta di libri e l’incontro con il cappellano

Dal carcere il giovane accusato dell'omicidio dell'ex fidanzata ha chiesto di avere libri da leggere. Poi ha incontrato un frate cappellano del carcere, che uscendo dall'istituto penitenziario in tarda mattinata ha spiegato di non poter parlare, come regola impartita dalla direzione della casa circondariale, limitandosi a dire che ora bisogna rispettare “il dramma di due famiglie”.

Il corteo ‘arrabbiato’ e rumoroso a Vigonovo

Intanto a Vigonovo, il paese di Giulia Cecchettin, questa sera si è tenuta una “passeggiata arrabbiata” con oltre un migliaio di persone che hanno percorso le strade del centro. Un corteo rumorosissimo, con pentole e coperchi percossi dai partecipanti, che hanno raccolto il testimone lanciato dalla sorella Elena che ha chiesto alle donne “di fare rumore, non silenzio”. Intanto, fra le iniziative “da fare” in memoria di Giulia potrebbe esserci anche il progetto di un sito web dedicato alla ragazza di Vigonovo.