Milano, 25 novembre 2024 – La Corte di assise di Milano ha condannato all'ergastolo con tre mesi di isolamento diurno Alessandro Impagnatiello, il 31enne imputato per l'omicidio pluriaggravato della compagna Giulia Tramontano, uccisa a coltellate la sera del 27 maggio 2023, nella loro casa a Senago, nel Milanese. La giovane era incinta di sette mesi del loro figlio Thiago. E' stata esclusa l'aggravante dei futili motivi mentre hanno retto quella della premeditazione e della crudeltà. In aula, alla lettura della sentenza, la mamma della 29enne è scoppiata in lacrime, abbracciata dal marito e dai fratelli della vittima.
La sentenza arriva oggi, dopo 18 mesi di processo, nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: è stata quindi accolta la richiesta dei pm che avevano invocato l’ergastolo (con isolamento diurno per 18 mesi). La difesa aveva invece chiesto il riconoscimento delle attenuanti generiche, rimettendosi alla valutazione della giudice Antonella Bertoja e della giuria popolare per la quantificazione della pena.
Carcere a vita, dunque, per l’ex barman che ha accoltellato dieci volte alla gola Giulia prima che lei morisse e poi altre 27 volte, prima di tentare di bruciarla e di abbandonarla cadavere in strada, avvolta da sacchi della spazzatura. Un "viaggio nell’orrore", per usare le parole della pm Alessia Menegazzo, pianificato dal trentunenne narcisista, psicopatico, manipolatore, ma lucido e cosciente che ammazza i due ostacoli alla sua realizzazione, Giulia e Thiago. L’ex barman è detenuto nel carcere di San Vittore dal giugno del 2023.
Approfittando del flash mob, Chiara Tramontano ha detto: "Mi auguro che non ci sia nessun'altra famiglia in futuro che viva questo dolore. E che qualsiasi donna veda l'immagine di mia sorella si ricordi che ha il diritto di vivere, di sperare, di sognare, di essere una madre e di continuare ad amare". E ha parlato di "due elementi che potrebbero fare differenza". Il primo è "partire da un'educazione sociale che inizi non dalle scuole ma da una famiglia dove si impari la base, la suddivisione dei compiti. E anche come genitori, se ci si rende conto che un figlio sta assumendo un comportamento sbagliato, è lì che bisogna agire". Il secondo elemento è che "ci sono tanti casi di donne che vorrebbero andar via, non era il caso di mia sorella, e il tessuto sociale non lo consente, non ci sono disponibilità economiche. Si rimane incastrati in questa rete in cui ci si illude che il supporto sia il proprio aguzzino. È lì che la società dovrebbe intervenire, far capire che se nelle mura c'è il pericolo nella città c'è la salvezza, che possa essere Comune, vicino di casa, che ci sia via d'uscita in una situazione dove la nostra libertà è minata".
"Con l'ergastolo ad Alessandro Impagnatiello, giustizia è fatta per Giulia Tramontano. Ora dobbiamo fare in modo che sia fatta piena giustizia anche per Thiago, il bimbo di 7 mesi del quale era incinta la ragazza", ha affermato la senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli. "È vero - ha proseguito - che Impagnatiello paga anche per la sua morte. Ma è profondamente ingiusto che una lacuna della legge non abbia permesso ai giudici di condannarlo per duplice omicidio, ma solo per interruzione non consensuale di gravidanza. Questo vuoto legislativo va assolutamente colmato, prevedendo non meno di 30 anni per chi uccide una donna incinta, come prevede il disegno di legge che ho presentato in Senato e che spero possa essere approvato quanto prima". "Ma ora è il momento di un abbraccio forte a mamma Loredana e ai fratelli, Mario e Chiara, perché nulla, neanche questa sentenza, potrà restituire loro Giulia. Il dolore non passa, ma almeno il suo assassino pagherà per l`atrocità commessa", ha concluso Ronzulli.
A udienza terminata, i familiari di Giulia Tramontano hanno preso parte a un flashmob organizzato dal comitato per pari opportunità dell'ordine degli avvocati fuori dal Palazzo di Giustizia di Milano per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. I parenti, dopo la lettura della sentenza di condanna all'ergastolo per Alessandro Impagnatiello, si sono schierati davanti a uno degli ingressi del palazzo con uno striscione con la foto di Giulia. "A Giulia e Thiago", si legge. "Il vostro nome risuonerà nel tempo, tra le mura del mondo e ricorderà all'uomo di saper lasciare andare, rispettare, proteggere, custodire, accudire o semplicemente amare. Saremo sempre con voi, mano nella mano, la vostra famiglia. Mai più violenza".
"A nostro modesto avviso non poteva essere altrimenti, stante la mole mastodontica di prove riguardo Impagniatiello e di tutti gli altri approfondimenti svolti di carattere mentale e psichiatrico. Non c'era altra possibilità che si concludesse con una pieno riconoscimento delle responsabilità e con la condanna all'ergastolo", ha commentato l'avvocato Giovanni Cacciapuoti, legale di parte civile della famiglia Tramontano, riguardo la condanna all'ergastolo inflitta dalla Corte d'Assise di Milano ad Alessandro Impagnatiello. "La Corte d'Assise ha riconosciuto correttamente le responsabilità di Impagniatiello - ha sottolineato il legale subito dopo la lettura del verdetto -. Ha retto tutta l'impalcatura della procura, e sono state riconosciute tutte le aggravanti del delitto di omicidio eccezion fatta per i futili motivi: leggeremo le motivazioni che la Corte pubblicherà entro 90 giorni".
"Non abbiamo mai parlato di vendetta, non esiste vendetta. Abbiamo perso una figlia, un nipote, abbiamo perso la nostra vita. Io non sono più una mamma, mio marito non è più un papà, i nostri figli saranno segnati a vita da questo dolore", ha detto Loredana Femiano, mamma di Giulia Tramontano, dopo la lettura della sentenza di condanna all'ergastolo per Alessandro Impagnatiello. "Quello che abbiamo perso - ha aggiunto il padre Franco - non lo riavremo mai. Oggi non abbiamo vinto, abbiamo perso in tutto".
Dopo la sentenza di condanna all'ergstolo per Alessandro Impagnatiello, Chiara Tramontano, sorella di Giulia, ha commentato: "Questo caos che lei ha creato è l'opposto di quello che avrebbe voluto. Lei entrava in punta di piedi nella vita delle persone. Lei era rara: anche nel momento in cui il suo cuore era distrutto ha pensato a un'altra donna che poteva aver vissuto la stessa situazione". E ancora: "Era presente, ma mai rumorosa. Era silenziosa. Quando sei così sensibile in questo mondo violento, sei la preda per il leone. Giulia è tutto questo, un'anima gentile". Poi ha continuato: "Giulia è una mamma uccisa dal suo compagno, ma per noi è anche una donna di coraggio che magari stimoli le donne che vivono in circostanze di vessazione e paura ad andare via prima. Se da questo potrà nascere qualcosa per aiutare le altre donne faremo il possibile. Il suo nome è libertà, coraggio e determinazione".
I genitori di Giulia Tramontano, Franco e Loredana, si sono stretti in un abbraccio con gli altri due figli Chiara e Mario appena la Corte di assise di Milano ha lasciato l'aula dopo aver condannato all'ergastolo Alessandro Impagnatiello. La madre, in particolar modo, subito dopo il verdetto è scoppiata in lacrime.
La Corte di assise di Milano, accogliendo la richiesta del pm Alessia Menegazzo e del procuratore aggiunto Letizia Mannella, ha condannato all'ergastolo Alessandro Impagnatiello, per omicidio pluriaggravato dalla premeditazione, dal legame affettivo e dalla crudeltà, interruzione non consensuale di gravidanza e occultamento di cadavere aggravato. La condanna prevede anche tre mesi di isolamento diurno. I giudici hanno disposto un risarcimento a favore dei familiari della vittima (tutti parti civili del processo): in attesa che un Tribunale civili quantifichino l'esatto ammontare, la Corte ha stabilito una provvisionale di 200mila euro per ciascuno dei genitori e di 150mila euro per ognuno dei due fratelli. Si è chiuso così il processo di primo grado per l'ex barman.
"Oggi non ti lasciamo andare, ti stringiamo più forte", ha scritto su Instagram Chiara Tramontano, sorella di Giulia, mentre la corte d'Assise di Milano si è ritirata in camera di consiglio, prima di emettere la sentenza nei confronti di Alessandro Impagnatiello. Chiara, che insieme ai genitori e al fratello assisterà in aula alla lettura del verdetto, ha pubblicato la foto di una spilla che ritrae la sorella incinta puntata sul petto e adornata da un fiocco rosso. L'immagine dell'oggetto - che è insieme simbolo della lotta alla violenza contro donne, nella Giornata internazionale per la sua eliminazione, e della battaglia per avere giustizia per Giulia e il piccolo Thiago di cui era incinta - è stata pubblicata sui social anche dai genitori della vittima, Franco Tramontano e Loredana Femiano, accompagnata dalla scritta "Con voi sempre per sempre".
Decine di telecamere e macchine fotografiche riempiono la più grande aula del Palazzo di Giustizia di Milano in attesa della sentenza del processo. La Corte d’Assise di Milano ha autorizzato le riprese audiovisive esclusivamente per la discussione e la lettura del verdetto. I carabinieri del servizio di sicurezza magistrati hanno fatto arretrare giornalisti, fotoreporter e cameraman dietro i banchi riservati alla Procura di Milano, alla difesa di Alessandro Impagnatiello, agli avvocati di parte civile e ai familiari di Giulia Tramontano.
Sui social sono numerosi i messaggi riguardo la sentenza attesa per Alessandro Impagnatiello. "Oggi per me non è la giornata contro la violenza sulle donne, perché lo è sempre, da donna questa lotta non finirà mai, oggi è il giorno dell’udienza per Giulia Tramontano, chissà se avrà la giustizia che merita, stellina. Oggi è un giorno dove si può stare più vicino a tutte", scrive un utente. E un altro: "Speriamo di non dover assistere a una sentenza "mite" per Impagnatiello, Oggi, proprio oggi 25novembre, sarebbe ancora più grave. Cambiare registro, prevenire, educare e punire. lo dico da marito e da padre di una ragazza di 15 anni". Poi ancora: "Se gli ergastoli fossero due, da scontare separatamente, uno anche per il piccolo che non ha avuto la possibilità di nascere, la pena sarebbe più giusta".
I familiari di Giulia - papà Franco, mamma Loredana Femiano, i fratelli Chiara e Mario - sono presenti al Palazzo di Giustizia di Milano in attesa delle sentenza nei confronti di Alessandro Impagnatiello.
La Corte di assise di Milano, presieduta dalla giudice Antonella Bertoja, si è ritirata in camera di consiglio per decidere il verdetto del processo a carico di Alessandro Impagnatiello. La pm Alessia Menegazzo con la procuratrice aggiunta Letizia Mannella, che nella scorsa udienza hanno chiesto una condanna all'ergastolo, hanno rinunciato a fare le repliche. Così facendo neanche i legali di parte civile, Giovanni e Daniele Cacciapuoti, e le avvocati di Impagnatiello, Giulia Geradini e Samanta Barbaglia, sono potuti intervenire. "La sentenza non arriverà prima delle 12.30", ha fatto sapere la presidente Bertoja.
Nell'aula del Tribunale, presente dietro le sbarre Alessandro Impagnatiello: ha i capelli rasati e indossa un maglione a coste grigio e nero. Il giovane non ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee.
Nell'aula del Tribunale dove si terrà il processo che vede imputato Alessandro Impagnatiello, sul banco riservato alla famiglia di Giulia Tramontano c'è una piantina di rose bianche per ricordare la 27enne e Thiago, il bambino che portava in grembo quando è stata uccisa. La pianta è stata donata dai cancellieri di tutti i dipartimenti del tribunale.
In Tribunale a Milano sono arrivate la pm Alessia Menegazzo e la procuratrice aggiunta Letizia Mannella. Sono entrate nell'aula dove si terrà il processo e hanno preso posto accanto alle difese.
Questa mattina, sul suo profilo Instagram, la mamma di Giulia, Loredana Femiano ha ricondiviso un post scritto dall'altra figlia Chiara nei giorni scorsi. "Giulia è morta in Italia, anche perché siamo un paese che ha paura delle donne. Il 25 novembre - si legge - grideremo giustizia per Giulia e Thiago, ma lo faremo per tutte le donne che non hanno più voce. Dove c'è giustizia, c'è futuro. Dove c'è giustizia, c'è speranza per le nuove generazioni, affinché possano vivere in un paese in cui non si ha paura di essere donne. Giulia sarà con noi in quell'aula, insieme a voi, a tutte la anime gentili strappate a questo mondo. Saremo Iì, e spero che ci saranno tutte le donne che ancora sognano un futuro senza paura". A seguire, l'immagine di una spilla con la foto della figlia e un nastrino rosso con la scritta "con voi sempre per sempre". Come sottofondo la canzone 'Dedicato a te' de Le Vibrazioni e 'Sempre per sempre' di Francesco De Gregori.
La famiglia Tramontano, papà Franco, mamma Loredana Femiano, i fratelli di Giulia, Chiara e Mario saranno come sempre in aula. "Chiediamo con forza – ha scritto il papà sui social – che venga applicata la pena massima prevista dalla legge: l’ergastolo. Non solo per rendere giustizia a lei, alla famiglia e al bambino che portava in grembo, ma anche per lanciare un messaggio chiaro e inequivocabile. Questa richiesta non è mossa da vendetta, ma da un profondo senso di giustizia". E ancora su Instagram: "La violenza di genere è una piaga che devasta la nostra comunità e confidiamo che le istituzioni sappiano agire con fermezza, dimostrando che la legge è dalla parte delle vittime. Chiediamo che il rispetto per Giulia, per la sua vita spezzata e per il dolore che ha lasciato, non sia calpestato da parole che tentano di piegare la verità: la dignità di una vittima – ha scritto Franco Tramontano – non può mai essere sacrificata per costruire una difesa".
La procura ha già annunciato che non farà repliche in questa ultima udienza, dopo 18 mesi di processo, e se non replica la procura allora nemmeno le altre parti hanno diritto di replica, quindi, salvo brevi dichiarazioni spontanee di Impagnatiello, che ha già chiesto di non essere ripreso al momento della sentenza, la Corte e la giuria popolare si ritireranno subito in camera di consiglio e usciranno soltanto per la pronuncia del dispositivo.
Oggi è il giorno del verdetto, i giudici decideranno la condanna per Alessandro Impagnatiello, l'ex barman dell’Armani caffè che ha ucciso con 37 coltellate la fidanzata 29enne Giulia Tramontano, incinta del loro figlio Thiago. La procura ha chiesto per lui l’ergastolo con isolamento diurno, la difesa ha chiesto il riconoscimento delle attenuanti generiche e si è rimessa alla valutazione della giudice Antonella Bertoja e della giuria popolare per la quantificazione della pena.