
Andrea Sempio, oggi ha 37 anni
Milano, 17 marzo 2025 – Sostiene di essersi deciso a dire quello che sa “solo per quella ragazza”. Assicura di non essersi fatto avanti prima perché temeva “di finire nei guai”. E dice di sentirsi “meglio, a livello emotivo e personale, dopo 18 anni”. L’uomo ha riferito la sua verità sul giorno del delitto di Garlasco a Le Iene; e i responsabili della trasmissione tv, come da loro stessi reso noto, hanno condiviso il contenuto del colloquio con i magistrati che hanno riaperto le indagini sull’assassinio di Chiara Poggi. Facile dedurre che il testimone verrà sentito dagli investigatori coordinati dall’aggiunto Stefano Civardi e dalla pm Valentina De Stefano per capire cosa abbia visto o di cosa sia venuto a conoscenza e se le sue dichiarazioni possano aggiungere qualcosa ai nuovi accertamenti disposti dalla Procura di Pavia.
L’esito del test del Dna
Dal canto suo, Andrea Sempio, ora indagato per concorso in omicidio dopo essere già finito sotto accusa nel 2017 (la sua posizione fu archiviata), è "tranquillo” e sta pensando di “tornare al lavoro”, fa sapere il suo avvocato Massimo Lovati. Giovedì scorso, il 37enne si è sottoposto al tampone salivare negli uffici della Sezione investigazioni scientifiche del Nucleo investigativo di Milano: tra meno di un mese, dovrebbe arrivare l’esito del confronto tra il Dna dell’amico del fratello di Chiara e la traccia ricavata dal materiale biologico trovato sotto le unghie e sulle dita della 26enne. Sotto la lente degli inquirenti sono finiti nuovamente alcuni elementi già esaminati in passato, quando Sempio fu scagionato da qualsiasi sospetto. A cominciare dalle tre telefonate a casa Poggi tra il 7 e l’8 agosto 2007, nel periodo in cui la ragazza era rimasta da sola nella villetta perché i genitori e il fratello erano andati in vacanza in Trentino.

Il numero memorizzato
Sentito il 18 agosto, cinque giorni dopo il delitto, l’allora 19enne disse: “Mi ricordo che ho chiamato una prima volta con il mio cellulare, e siccome ho memorizzato nella rubrica telefonica sia il numero di casa che quello del portatile di Marco, ho sbagliato a inviare la chiamata, per cui ho comunicato con il numero di casa Poggi”. Risentito poco più di un anno dopo, il 4 ottobre 2008, confermò di aver saputo da Marco che "di lì a poco sarebbe partito per la vacanza estiva”, ma aggiunse di essere sicuro “che lo stesso non mi indicò la data precisa della sua partenza”. Da qui i tentativi falliti di contattare l’amico al cellulare e le due chiamate a casa Poggi “dall’utenza fissa della mia abitazione”: a quelle telefonate rispose una voce femminile, quella di Chiara, che nella prima occasione rispose che il fratello non era in casa e nella seconda informò Sempio che Marco sarebbe tornato a Garlasco "il giovedì della settimana successiva”.
Il biglietto del parcheggio
Per gli inquirenti, anche sulla base delle dichiarazioni di altri amici, è difficile ipotizzare che Sempio non sapesse che i Poggi sarebbero partiti all’alba del 5 agosto. E poi c’è la questione del biglietto del parcheggio della mattina del 13 agosto 2007, che certifica che la macchina di Sempio fu posteggiata in piazza Sant’Ambrogio a Vigevano alle 10.18 e che fu ritrovato dal padre una settimana dopo l’omicidio. In questo caso, le presunte incongruenze riguardano anche il momento in cui i genitori del ragazzo decisero di conservare il ticket: se prima che Andrea fosse sentito, “immaginando che tutti gli amici di Marco sarebbero stati sentiti in quanto frequentatori della casa”, o quando era stato già sentito, come lo stesso Sempio “riferirà in sede di interrogatorio il 10 febbraio 2017”.