Giovedì 18 Luglio 2024

Uccise la sorella, Scagni condannato a 24 anni e 6 mesi. I genitori: “Processo contro di noi”

La corte d’Assise lo ha ritenuto semi infermo di mente. Il pm aveva chiesto l’ergastolo. I legali: “Riconosciuto che va curato”

Alice e Alberto Scagni

Alice e Alberto Scagni

Genova, 29 settembre 2023 - È stato condannato a 24 anni e sei mesi Alberto Scagni, l'uomo che ha ucciso la sorella Alice il primo maggio 2022 sotto la casa di lei a Genova Quinto. La corte d'Assise, presieduta dal giudice Massimo Cusatti, lo ha ritenuto semi infermo di mente sposando le conclusioni di Elvezio Pirfo, il perito del giudice delle indagini preliminari, e dei sui legali Alberto Caselli Lapeschi e Mirko Bettoli. Il pubblico ministero Paola Crispo aveva chiesto la condanna all'ergastolo ritenendolo pienamente capace.

Scagni è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla parentela. 

I giudici hanno disposto anche la permanenza per almeno tre anni, dopo il carcere, in una Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza.

Scagni uccise la sorella dopo avere aspettato per ore sotto casa di lei. Da mesi il fratello litigava con i parenti perché chiedeva continuamente soldi. In poche settimane aveva speso il fondo pensione, di 15 mila euro, che gli era stato accantonato dai genitori e aveva iniziato a perseguitare la nonna e i vicini di casa. Dopo l'omicidio i genitori hanno denunciato la dottoressa del centro di Salute mentale della Asl3 e gli agenti della centrale operativa che il primo maggio ricevettero le telefonate del padre del ragazzo ma non mandarono le volanti. La procura ha chiesto l'archiviazione per questo fascicolo ma i genitori, tramite l'avvocato Fabio Anselmo, si sono opposti e deve essere fissata una udienza per la discussione. 

I genitori di Alice Scagni durante l'udienza (Ansa)
I genitori di Alice Scagni durante l'udienza (Ansa)

"E' stato un processo contro di noi, nel quale non si sono voluti ascoltare tutti i testimoni. Non ci può essere giustizia dopo un processo del genere. Di sicuro c'è un pregiudizio", hanno detto Graziano Scagni e Antonella Zarri, genitori di Alberto. Le parole sono state affidate ai cronisti prima dell'udienza con le repliche del pubblico ministero Paola Crispo e degli avvocati della difesa e della parte civile.

"Siamo moderatamente soddisfatti dalla sentenza visto che sono state accolte gran parte delle nostre argomentazioni. Leggeremo le motivazioni ed eventualmente faremo appello”. È il commento di Mirko Bettoli e Alberto Caselli Lapeschi, i legali di Alberto Scagli, dopo la lettura del dispositivo che condanna l'omicida. “L'impianto difensivo è stato in buona parte accolto. Sono cadute le due aggravanti della crudeltà e del mezzo insidioso. I giudici hanno capito che Alberto deve essere educato e rieducato al termine della condanna perché gli è stato riconosciuto un disturbo grave della personalità”, hanno concluso. 

“Leggeremo le motivazioni e valuteremo cosa fare. Una parte di aggravanti sono state riconosciute. La cosa importante è che ci sia un lasso di tempo prima che lui torni in libertà per la sicurezza del bambino”, ha detto Andrea Vernazza, l'avvocato di Gianluca Calzona, marito di Alice Scagni. Il figlio della coppia ha poco più di due anni. Il giudice ha riconosciuto una provvisionale di 200mila euro al bambino e 100mila al papà.