Il primo fascicolo d’inchiesta che la procura di Milano, procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, ha aperto sulle Olimpiadi invernali "Milano-Cortina 2026" ipotizza i reati di corruzione e turbativa d’asta nell’assegnazione dell’appalto dei servizi di comunicazione digitale alla Fondazione incaricata di organizzare il maxi evento sportivo. "Appalti opachi", in cambio di soldi, e di regali, fra cui una Smart.
Gli iscritti nel registro degli indagati sono tre: l’ex ad della Fondazione Milano-Cortina 2026, Vincenzo Novari, insieme all’ex dirigente Massimiliano Zuco e Luca Tomassini, imprenditore fondatore della società informatica Vetrya di Orvieto. E questa inchiesta parte, in modo abbastanza tortuoso, da un’altra vecchia indagine, coordinata dal pm Francesco Cajani, su una maxi truffa sui servizi di telefonia, (giochi oroscopi, gossip) che venivano dati con un sovrapprezzo di qualche centesimo a ignari consumatori, per la quale 27 persone, tra cui appunto Tomassini e altri ex manager di WindTre, furono rinviati a giudizio. É proprio dalla analisi tecnica dei contenuti dello smartphone di Tomassini, disposta nella vecchia inchiesta, che sono venuti a galla alcuni messaggi WhatsApp nei quali – si legge nelle carte del decreto di perquisizione – "il linguaggio degli interlocutori è esplicito sul presunto accordo corruttivo tra Novari, (ad della Fondazione tra il 2019 e il 2022), Zuco e lo stesso Tomassini".
Da qui, dal contenuto dei messaggi WhatsApp, è scattata la perquisizione che ieri mattina la Guardia di Finanza ha effettuato sia nella sede della Fondazione, sia negli uffici di Vetrya, e anche in quelli di Deloitte che era già subentrata a Vetrya nella fornitura di servizi digitali. Agli atti di questa inchiesta sono finite tutte le conversazioni WhatsApp tra gli indagati, risalenti al novembre 2019.
Tomassini – si legge nelle carte del decreto – "sponsorizzava la nomina di Zuco che fu fatta tramite l’intervento di Novari, che aveva già rapporti di conoscenza con lo stesso Tomassini". Nelle chat Tomassini scrive anche che "la Smart per Zuco sarebbe stata pagata dalla sua spa per le cortesie fatte dallo stesso Zuco".
Più in generale i "tre affidamenti" a Vetrya, sui quali la procura ha acceso un faro, riguardano lo "sviluppo delle Piattaforme Web e Mobile", i "servizi licensing Office 365, Hosting in Cloud e Operation" e la "implementazione Microsoft Azure Information Protection", tra il marzo 2020 e il gennaio 2021. Per quei lavori aggiudicati, Vetrya avrebbe emesso fatture alla Fondazione per oltre 816mila euro, tra il 30 settembre 2020 e il 30 aprile 2022. Una volta finita in liquidazione, nel novembre 2021, a Vetrya sarebbe subentrata la Quibyt srl, sempre creata da Tomassini che avrebbe poi emesso ulteriori fatture "nei confronti dell’Ente, tra il 2022 e il 2024 per oltre un milione di euro". Per i pm della inchiesta, Francesco Cajani e Alessandro Gobbis: "profili di criticità emergerebbero anche per altri affidamenti rispetto ai tre dati a Vetrya".
Sempre dalle conversazioni emerge l’insistenza di Zuco con Tomassini perché uno dei due loghi di Milano Cortina 2026, oggetto di un televoto pubblico gestito sempre da Vetrya, avesse la meglio sull’altro. "In violazione dell’idea stessa di una giuria popolare alla quale fosse deputata, in via esclusiva, la scelta del logo", si legge ancora nelle carte del decreto di perquisizione. Il Pd, Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera chiedono chiarezza: "Il ministro Abodi si attivi immediatamente per fare piena luce sulla gestione degli investimenti funzionali all’organizzazione dei Giochi olimpici invernali". E il Ministro per lo Sport Andrea Abodi risponde: "Perquisizioni alla Fondazione di Milano-Cortina? Aspettiamo di capire. La Gdf fa un lavoro egregio e ha il nostro sostegno".