di Monia Savioli e
BAGNACAVALLO (Ravenna)
Tre alluvioni in sedici mesi. La frazione di Traversara, a pochi chilometri da Bagnacavallo in provincia di Ravenna, nel cuore della Romagna ferita ancora una volta, è stremata. Prima le tracimazioni del maggio 2023 del fiume Lamone, che costeggia l’abitato. Poi, giovedì scorso, la rottura dell’argine, nello stesso punto in cui mesi fa aveva iniziato a cedere. Gli interventi eseguiti per ridare struttura alla sponda non sono serviti. L’ondata di acqua e fango ha travolto tutto, provocando il crollo di tre abitazioni, la distruzione parziale di altre e l’evacuazione dai tetti degli abitanti. Fortunatamente, se di fortuna si può parlare in casi come questo, dalla Prefettura di Ravenna arriva la conferma che non manca nessuno all’appello e non risultano denunce di persone scomparse. È rientrato, dunque, l’allarme relativo ai due dispersi, proprio mentre il governo Meloni è pronto a stanziare 20 milioni per le prime necessità. Ma intanto Traversara è un paese fantasma.
"L’acqua ci ha sorpreso – spiega Fabio Fontanelli, un residente di via Torri, strada di ingresso alla frazione –, scorreva come un fiume". Il muretto in cemento armato, che delimitava il giardino, è stato travolto. L’auto parcheggiata al suo interno si trova ora a un chilometro di distanza, in mezzo ai terreni che si espandono sul retro dell’abitazione. "Quando hanno visto il tetto delle case crollate passare davanti alla nostra porta – racconta Mohamed, da sei anni residente nel centro di Traversara – i miei figli hanno detto: questa volta moriamo". La moglie e i bambini sono stati prelevati da un elicottero di soccorso e portati al sicuro. Lui ha deciso di restare, confinato al primo piano dell’abitazione nel tentativo di poter salvare qualcosa non appena il livello dell’acqua si abbasserà. Nella zona di Bagnacavallo, al momento gli sfollati sono 100, il dato più alto del territorio colpito dalle recenti alluvioni. Seguono i 47 di Lugo, i 25 di Sant’Agata sul Santerno, martoriata dall’alluvione 2023, e i 15 a Cotignola.
E a Lugo l’acqua dal pomeriggio di giovedì è arrivata lenta e inesorabile, esattamente come nel maggio 2023. Questa volta però a provocare gli allagamenti, che hanno interessato le zone est e sud, oltre a parte del centro, è stata la rottura dell’argine del Senio, a Cotignola. E proprio in una delle zone a rischio si trova l’ospedale ‘Umberto I’, fortunatamente rimasto all’asciutto, ma da dove giovedì sera sono stati evacuati e trasferiti in altre strutture della Romagna 182 pazienti.
Intanto nella giornata di ieri a Lugo i soccorritori hanno messo in atto diversi salvataggi di anziani e bambini. Sono arrivati volontari da San Benedetto del Tronto, con il primo nucleo operatori subacquei. "Eravamo qui dalla settimana scorsa per attività istituzionali – spiega il capitano di corvetta Alessandro Minò, vice comandante nel nucleo –. Vista l’emergenza, ci siamo riconvertiti in attività di soccorso. Finora abbiamo svolto una decina di interventi di recupero di persone anziane e bambini". In via degli Estensi, traversa di via Provinciale Cotignola, viene prelevata da casa in braccio Emma Fiorani, 84 anni e negli occhi la memoria ancora vivida dell’alluvione del 2023: "Sono contenta" dice, prima di salire nell’auto con la figlia. In via Fossa, traversa di via Oriani a due passi dalla stazione delle corriere di Lugo, la situazione è critica: l’acqua supera il metro e in mattinata è arrivata anche la sindaca Elena Zannoni.
A intervenire è una squadra del Cisom (Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta), arrivata dalla Toscana. "Siamo a Lugo da ieri mattina (giovedì, ndr) – spiega Luca Crippa, responsabile nazionale del soccorso acquatico del Cisom –. Subito abbiamo effettuato un sopralluogo con controllo del livello che a Lugo est è arrivato a un metro e 30. Poi abbiamo effettuato trasferimenti di persone, in particolare anziani che non volevano lasciare le abitazioni". Dalle finestre in via Fossa una donna urla: "Mi chiamo Maria Maiolo, vivo qui insieme a mio marito e ai miei due figli. Ci siamo allagati un’altra volta, come a maggio dello scorso anno. Stavamo sistemando tutto, doveva venire l’imbianchino la prossima settimana ma ora come si fa? Al piano terra siamo rimasti senza luce. Abbiamo scorte di cibo per uno o due giorni, poi speriamo bene".
Si continua a lottare contro il fango: con l’aiuto dei volontari della Protezione Civile giunti da varie zone d’Italia, proseguono gli interventi per riparare le falle degli argini. Sono tornati anche i ‘Burdel de paciùg’, gli angeli del fango che aiuteranno la Romagna ferita ancora una volta, a ripartire.
i