Elena
Ugolini
Le occupazioni del liceo Newton di Roma sono rivendicate dal collettivo Julian Assange. Colpisce la contraddittorietà delle motivazioni: "Siamo governati da una classe dirigente che non sa a cosa servano cultura, insegnamento e spirito critico… Il Covid, la Dad, sono state l’occasione per sottrarre la scuola al suo riferimento materiale, riconvertendola in una pura interazione digitale dove l’unico interlocutore dello studente è il computer".
Se la Dad invece di essere considerata uno strumento che ha permesso di continuare la relazione è stata vissuta come un danno dagli studenti, perché decidere, come strumento di lotta, di interrompere le lezioni in presenza, obbligando la maggioranza dei propri compagni a non andare in aula? Il paradosso della preside del Newton “costretta“ ad attivare la Dad per non interrompere l’attività didattica è sotto gli occhi di tutti. Occupare è un atto illegale ed è scorretto far finta che non lo sia, per compiacere i giovani e apparire dialoganti! Ma dopo quello che è accaduto in questi due anni, dopo aver capito quanto è importante quel luogo, perché farlo chiudere? Perché non trovare un canale di dialogo quotidiano, continuo, umano, dentro ogni ora di scuola? Penso che i nostri studenti abbiano bisogno di questo. E’ troppo poco essere protagonisti solo per i 3, 4, 5 giorni di occupazione, ed è sbagliato chiedere di essere ascoltati solo nei momenti straordinari.