Roma, 5 novembre 2024 – Obesità: l’ultima pillola per dimagrire allo studio in America ha solo una sigla e non ancora un nome (siamo ancora nelle fasi iniziali). VK2735 è in fase di sperimentazione nei laboratori dell’azienda Viking Therapeutics ed è stata presentata nell’incontro annuale dell’Obesity Society in corso a San Antonio in Texas.
Il problema per punti
Obesità sempre più giovane
La notizia arriva mentre l’ultimo rapporto presentato oggi in Italia ci ricorda che il picco di pazienti con obesità si registra tra i giovani, in particolare nella fascia tra i 18 e i 34 anni (la percentuale è passata in un anno dal 5 al 6,6%).
In questa prima fase della sperimentazione, VK2735 ha prodotto in 28 giorni riduzioni di peso dose-dipendenti fino a un -8,2%.
A questo link tutte le info dell’Iss sull’obesità
Le parole dello specialista
Naturalmente la strada della sperimentazione è ancora lunga. Abbiamo chiesto a Luigi Barrea, professore associato di Scienza dell’alimentazione e Dietetica all’università Federico II di Napoli, di fare il punto sulle cure per una patologia che a livello mondiale e anche in Italia ha numeri drammatici.
"Per questa pillola come sempre bisogna aspettare la fine della sperimentazione – è la premessa dello specialista -, quando potremo contare su trial clinici robusti su un numero congruo di pazienti”.
Come si cura l’obesità
Il messaggio del professore – nel 2021 premiato come miglior ricercatore d’Italia - è netto: “Non dobbiamo illuderci che basti prendere una pillola. Non possiamo ottenere risultati se assumiamo un farmaco e poi non cambiamo stile di vita, tra alimentazione e attività fisica. Invece è possibile il contrario”.
“I dati incontrovertibili su un farmaco – chiarisce l’esperto – di solito hanno bisogno di una sperimentazione a lungo termine che dura anni, in media 5-6. Ma ripeto, la prima cura dell’obesità è la modifica degli stili di vita”. Ed è questo l’approccio con i pazienti.
“Non esistono soluzioni facili”
"Ad oggi – spiega Barrea – ci sono farmaci sicuramente efficaci sul calo ponderale, ma i messaggi inviati negli anni sulla possibilità di trovare soluzioni facili sono profondamente sbagliati. Anche il ministero dovrebbe sponsorizzare di più una comunicazione che riguarda appunto gli stili di vita. Come? Ad esempio aumentando i posti all’aperto dove è possibile fare attività fisica. E sarebbe molto utile inserire fin dalle elementari l’educazione all’alimentazione. I numeri sull’obesità sono il segno di un fallimento”.
Che cos’è l’obesità
L'obesità – ricorda l’endocrinologo, “va considerata come patologia cronica. Si può definire così: un aumento di peso che peggiorerà lo stato di salute in futuro. Le conseguenze, infatti, sono metaboliche, quindi sviluppo di patologie, e anche psicologiche”.
Le patologie connesse all’obesità
"Le patologie più frequenti connesse all’obesità sono quelle cardio-vascolari – rammenta l’esperto -. E anche l’osteoporosi, perché il sovraccarico di tessuto adiposo porta a un carico sulle articolazioni. L’osso si forma dalla nascita ai 25 anni, dopo non può aumentare. Quindi se il problema non viene corretto prima, sarò destinato ad avere ossa fragili”.