Lunedì 18 Novembre 2024
ERMINIO CIOFFI
Cronaca

Nutella Biscuits a Balvano, benvenuti nel paese rinato coi biscotti

Balvano, in Lucania, rifiorisce: dallo spopolamento alla ripresa economica. Oltre 500 assunti su 1.800 abitanti per produrre i frollini più famosi e introvabili

La fabbrica Ferrero in Basilicata

La fabbrica Ferrero in Basilicata

Balvano (POTENZA) 24 dicembre 2019 - Che mondo, anzi, che paese sarebbe Balvano senza Nutella. Parafrasandolo potrebbe essere questo, adattato al piccolo comune della Basilicata il nuovo slogan della crema alla nocciola spalmabile più famosa del mondo. Balvano, con i suoi 1.800 abitanti, da qualche mese è salito agli onori della cronaca nazionale grazie ai biscotti più famosi e più introvabili del momento: i Nutella biscuits. I biscotti di pasta frolla ripieni di Nutella che la Ferrero ha deciso di produrre solo nello stabilimento di Balvano e che hanno indotto l’azienda ad assumere altro personale per far fronte alla domanda di mercato che ha superato ogni più rosea aspettativa.

I Nutella Biscuits oltre ad addolcire i palati hanno addolcito la vita di 200 famiglie: ai 314 dipendenti fissi dello stabilimento di Balvano se ne sono aggiunti altri 199. Ben 140 sono stati i nuovi assunti e 59 i dipendenti stagionali che vengono richiamati in fabbrica nei periodi in cui si raggiungono i picchi di produzione e non è da escludere che in un futuro prossimo possa rendersi necessario impiegare anche altre persone. Il gruppo di Alba circa 35 anni fa ha aperto lo stabilimento dedicato alla produzione delle merendine per la colazione e dove attualmente, da qualche mese, viene anche sfornato quello che è diventato il prodotto di punta dell’azienda dolciaria di Alba.

I Nutella Biscuits per Balvano sono una sorta di 6 al Superenalotto perché stanno portando posti di lavori in quest’area dell’entroterra lucano da sempre vittima di un lento e costante spopolamento. Dopo 45 chilometri dall’uscita autostradale di Sicignano degli Alburni percorsi su una strada piena di curve e costeggiata da pale eoliche ti dà il benvenuto a Balvano un cartello consunto dal tempo con il nome del paese. La prima sensazione che si ha è quella di entrare in un paese fantasma, ma dopo poche decine di metri ci si rende conto che non è così. Balvano è un paese vivo, in strada c’è gente e subito salta fuori lo spirito di accoglienza dei balvanesi. Si conoscono tutte le 1800 anime che lo popolano e la presenza di un ‘forestiero’ si nota subito.

"Se non fosse stato per la presenza della Ferrero – sottolinea Saverio Quagliata – Balvano forse non esisterebbe più. Ci sono circa 150 persone del posto che lavorano nello stabilimento e questo ha contribuito decisamente a ridurre il tasso di disoccupazione in paese". Saverio ci fa da guida per un breve tratto di strada e ci accompagna davanti all’ingresso della chiesa di Santa Maria Assunta, nel punto in cui la fine e l’inizio, il dolore e la speranza si sono drammaticamente incrociate alle 19:34 del 23 novembre del 1980 quando una violenta scossa di terremoto provocò in Basilicata e in Campania la morte di 2914 persone. "Quella sera – racconta Saverio con gli occhi lucidi - tra le macerie della chiesa morirono settantasette persone, quasi tutti adolescenti e tra le vittime c’era anche mia sorella. La Ferrero poco dopo ha iniziato a costruire lo stabilimento per aiutare il nostro paese a risollevarsi".

Chi ha vissuto tutte le fasi della presenza della Ferrero è Ezio Di Carlo, nella vita lui è un medico ed è stato fino agli anni Novanta sindaco del paese. Di Carlo ha vissuto da sindaco la tragedia del sisma dell’80 e le fasi successive della ricostruzione. "Dopo il terremoto del 1980 – spiega - se non fosse stato per la Ferrero e per altre grosse aziende che hanno deciso di investire in quest’area adesso non solo Balvano ma anche tanti altri paesi si ritroverebbero quasi senza abitanti. Michele Ferrero scelse Balvano perché colpito dalla tragedia della chiesa dell’Assunta e così decise di investire nel nostro territorio per aiutare la gente a risollevarsi trasformando la disperazione in speranza". Nei bar e nei negozi di alimentari del posto i Nutella Biscuits sono introvabili. "Noi qui – dice una commessa – li produciamo ma non li vendiamo, da quando sono in commercio ci vengono consegnati con il contagocce, ma non fa niente, a noi interessa che ci sia una buona vendita così ci saranno altre assunzioni". "Mio figlio – spiega la signora Maria – se è rimasto qui è grazie proprio alla Ferrero".