Lucca, 17 gennaio 2015 - Il nuovo ospedale «San Luca»? E’ al collasso. L’attacco frontale arriva dalla segretaria generale della Fp-Cgil, Giovanna Lo Zopone. «Il Pronto Soccorso – sottolinea – lavora sempre più a ritmi insostenibili, il maxi afflusso di utenti è divenuto l’ordinario i ricoveri si susseguono a ritmi incessanti. Il personale non si ferma un attimo, le barelle invadono i corridoi e i parenti che assistono i propri familiari, non hanno nemmeno una sedia per sedersi. L’amministrazione un mese fa ha ridotto di 18/20 posti letto il dipartimento medico (le ex medicine), per mancanza di personale infermieristico e in alcuni reparti anche medico, incuranti del fatto che stavamo per raggiungere l’apice del picco influenzale».
"I posti letto all’ospedale San Luca, si pagano sempre e comunque, che siano attivi o chiusi. Il contratto con la società di gestione prevede che si deve pagare in base ai letti stabiliti, che siano operativi o chiusi, occupati o vuoti, quindi anche i letti chiusi per mancanza di personale sono un costo per noi cittadini che paghiamo le tasse. Oggi i pazienti che non trovano posto nelle medicine vengono ricoverati nell’area chirurgica, chirurgia breve, lunga e week surgery. I pazienti delle chirurgie non trovano più spazio per i ricoveri, perché ci sono quelli delle medicine, e quindi non potendo essere ricoverati, gli interventi chirurgici vengono annullati, quindi le sale operatorie si fermano e non svolgono le attività ordinarie, ma solo le urgenze. Il personale della Day Surgery e Week Surgery (i reparti di chirurgia breve) devono accogliere i malati delle medicine nonostante che non siano predisposti i turni per queste attività e quindi gli infermieri e “Oss” non riposano da settimane. L’amministrazione ora tenta la carta della disperazione, pagando il personale che raddoppia i turni in regime di straordinario. Non vengono fatte assunzioni se non a breve termine (massimo 3 mesi), mentre in altre ASL fanno contratti a 2/3 anni. E’ chiaro che il personale non accetta un lavoro che è meno che precario. I vertici dell’Asl 2 dicono che i numeri ci sono, ma non danno ai sindacti le dotazioni organiche in maniera trasparente».
"Il personale – aggiunge la Cgil – è sempre più stanco e demotivato, sono mesi che lavorano in emergenza (dal trasferimento dell’ospedale), e mai hanno avuto un bravo o un grazie per aver buttato il cuore al di là dell’ostacolo. Tutto è dovuto. Anche il personale qualche volta si ammala. I servizi sanitari devono e sono garantiti a prezzo di sacrifici dei soliti noti che stanno a lavorare in prima linea, mentre alcuni dirigenti stanno in collina a chiedere a chi è nei reparti di stringere i denti. Se i numeri ci sono che ce lo dimostrino. La Asl conta le teste, ma si dimentica che le gravidanze non sono sostituite da anni, ci sono persone titolari di diritti previsti dalle leggi italiane. Nei reparti mancano almeno 50/55 fra infermieri e “Oss”».